Già al primo congresso mondiale sull’ambiente, a Rio nel 1992, si è data importanza anche alla società civile. Oggi, quali sono i risultati ottenuti? Purtroppo, poca cosa.


Le ragioni di questa inerzia sono legate alla natura stessa dell’umano, natura che l’approccio spirituale permette di rivelare perché la relazione tra qualità ambientale e coscienza umana è stretta.

Siamo tutti coscienti che il mondo materiale che ci circonda è gestito da leggi fisiche. Queste leggi funzionano ovunque siamo e l’esperienza (il risultato) che ci trasmettono ci fa capire se le rispettiamo o no. Se stiamo camminando su un sentiero pericoloso, la nostra attenzione aumenta per evitare un incidente. Se siamo distratti e ci facciamo male, il risultato non sarà visto come un’ingiustizia. Riconosceremo di non aver fatto abbastanza attenzione, saremo coscienti che l’errore è nostro.

La spiritualità ci porta a realizzare il potere creatore del nostro pensiero. Non c’è nulla che non sia stato dapprima pensato. Ciò vuol dire che il pensiero crea le azioni, le situazioni, gli oggetti, ecc., cose per le quali siamo responsabili. Questa legge, detta dell’azione (o legge del karma), dice chiaramente che “ogni azione crea un ritorno per noi stessi di uguale qualità e intensità all’azione compiuta”. Ma poiché tra un’azione e la conseguenza possono trascorrere anni, la distanza spazio-temporale ci impedisce di capire che la situazione presente corrisponde a una nostra azione passata. Questa difficoltà a realizzare la nostra responsabilità è certamente una delle ragioni principali che ci fa credere che ciò che sta accadendo ha una causa esterna a noi.
È così che cerchiamo un colpevole, una persona o un fatto esterno. Questa ignoranza della legge di “causa a effetto” porta ad azioni egoiste, arroganti, corrotte, dettate dal desiderio di possedere o di dominare.

Nei confronti della Natura e degli animali ci comportiamo come predatori, pensando che sono oggetti a nostra disposizione. In qualità di esseri umani perdiamo il rispetto di noi stessi, perdendo poi il rispetto degli altri e della vita, e continuiamo a pensare che è compito della Natura di colmare la nostra avidità. L’avidità e l’egoismo ci fanno vedere le situazioni esterne come una realtà casuale che cerchiamo di raggirare tramite attitudini sempre più sbagliate. In questa spirale l’ignoranza spirituale porta l’umano a sempre più menzogne, furberia, perfidia, corruzione, violenza.

La spiritualità ci permette di vedere la legge del “karma”. La nostra coscienza dovrebbe dettare il nostro comportamento in generale. Nel preambolo della Costituzione Federale sta scritto: “In nome di Dio Onnipotente, Il Popolo svizzero e i Cantoni, consci della loro responsabilità di fronte al creato…” e l’art. 8 è sull’uguaglianza giuridica tra uomo e donna. Queste leggi e intenti, li viviamo quotidianamente coscienti e responsabili? Solo la nostra etica/morale può costruire una società di qualità. Oltre il degrado ambientale, anche molte relazioni difficili sono frutto della nostra ignoranza di fronte al senso della vita, ignoranza che ci porta ad avidità, collera, invidia, arroganza, pigrizia, vittimismo. Ci portano a soffrire limitandoci la visione co-creativa di pace, di serenità, di libertà, di rispetto, d’equilibrio e di armonia.

Romina Lanzani
candidata n. 50 al Gran Consiglio per I Verdi del Ticino