Come Verdi del Ticino riteniamo che il governo sia vittima di “Trumpismo della destra nostrana”: contemporaneamente tagliare le imposte ai ricchi e diminuire gli aiuti alle fasce fragili della popolazione. Per esempio, il Consiglio di Stato sapeva che lo scorso fine settimana avremmo votato due iniziative per diminuire il peso insostenibile della cassa malati sulle economie domestiche, ma non si è trattenuto dall’inserire nel preventivo un nuovo taglio ai sussidi di cassa malati mentre non ha il coraggio di prendere i soldi dove ci sono. A questo proposito ci vedremo con il “Comitato stop ai tagli” per coordinare i prossimi passi, per questa e altre misure. Anche il ribaltamento di oneri sui Comuni, per poi lamentarsi dei tagli che ci riserverà la Confederazione, non ci sembra lungimirante.

La popolazione, con la votazione del 28 settembre, lo ha detto forte e chiaro, oltre gli steccati: vuole soluzioni. E per uscirne sarà necessario andare oltre la dicotomia destra – sinistra. Non solo o austerità o alleggerimenti fiscali, ma risposte adeguate ai bisogni della popolazione e alle sfide della nostra epoca.

Partendo da una presa di coscienza: il nostro Cantone, malgrado gli stipendi più bassi della Svizzera, negli ultimi due decenni, ha visto diminuire progressivamente il sostegno da parte della Confederazione rispetto agli altri Cantoni. Dobbiamo quindi essere coesi e chiedere a Berna di rinunciare in primis ai tagli previsti, per esempio nel trasporto pubblico, alle famiglie  o al programma edifici, e di rivalutare la nostra posizione in tutte le politiche.

E questo lavoro dobbiamo farlo tutti insieme, oltre i colori politici e il peso del portafoglio.