Negli ultimi anni il riale Scariolo, il corso d’acqua che attraversa il Pian Scairolo sul territorio di Lugano, Collina d’Oro e Grancia, è stata più̀ volte interessata da inquinamenti delle acque, tanto che dal 2014 il Dipartimento del Territorio ha creato il servizio NOI (Nucleo operativo incidenti) specializzato nella protezione chimico-ambientale a supporto sia del Corpo pompieri di Lugano, sia della Polizia cantonale (che ha il compito di identificare l’origine e le responsabilità degli inquinanti). Nel documento “Dati statistici riale Roggia Scairolo (01.2014 – 06.2017)” vengono riportati fino a dieci eventi di inquinamento annuali, ma nella realtà sono molti di più. Si pensi per esempio a tutte le sostanze immesse nelle canalizzazioni che non producono schiuma, non puzzano o non causano una diretta moria di pesci. O anche a tutte gli eventi che sfuggono perché, semplicemente, non vengono visti. L’acqua scorre, e gli inquinanti ovviamente arrivano fino al lago Ceresio, passando per la riserva naturale di Figino-Càsoro.
Questi eventi non fanno neanche più notizia: l’ultimo caso, risalente al 20 dicembre 2021 e segnalato da un’abitante della zona non è neanche stato riportato dai media. La signora ha contattato il comune di Lugano, che l’ha messa in collegamento con i pompieri di Bellinzona (perché non quelli di Lugano?). Del 10 gennaio le fotografie sottostanti (comunicazione claudicante?). La presenza di schiuma, idrocarburi e le conseguenti, abbondanti morie di pesci sembra purtroppo sono diventate la normalità.
Une delle cause di questi “incidenti” è nota: alle imprese presenti sul territorio torna sicuramente più comodo smaltire così i propri rifiuti tossici. La politica attualmente vigente favorisce un tipo di imprenditoria dalla quale si ottengono rapidamente benefici in denaro, ma che non ha radicamento con il territorio, non si identifica con il passato, il presente e soprattutto con il futuro dell’ambiente – naturale e umano – nella quale opera. Le sanzioni a carico di chi è responsabile per gli inquinamenti sono meno onerose del comportamento corretto, cioè il dotarsi di sistemi di smaltimento e di sicurezza. Ancora più clamoroso: spesso i responsabili non vengono neppure multati perché non si riesce a risalire a chi ha causato il danno.

Per questo chiediamo al lodevole Municipio:

  1. Delle varie segnalazioni ai servizi predisposti (NOI, pompieri, polizia) a quante si riesce ad attribuire la responsabilità?
  2. A che punto ci si trova con il tracciamento e la mappatura delle canalizzazioni del comprensorio Pian Scairolo, la quale permetterebbe con una maggiore facilità ai servizi preposti di risalire ai responsabili?
  3. È servita a qualcosa la posa di sonde nel 2017 per il monitoraggio della qualità delle acque?
  4. A quanto ammontano le sanzioni per chi viene trovato responsabile degli inquinamenti? Quante e di che entità sono state emesse negli ultimi 24 mesi? Oltre alle multe, vi sono state altre conseguenze di tipo amministrativo o penale per chi persegue questo tipo di reati?
  5. Oltre al danno economico relativo all’impiego di pompieri e polizia si può stimare il danno all’ecosistema o in termini di perdita di biodiversità?
  6. Nel gennaio del 2018 il Dipartimento del Territorio in collaborazione con i comuni di Lugano, Collina d’Oro e Grancia, si era rivolto a oltre 200 tra ditte e proprietari fondiari del Pian Scairolo, chiedendo loro di confermare di essere a conoscenza dei continui inquinamenti della roggia e dell’urgenza della prevenzione. Che esito ha avuto il contatto intrapreso? Queste 200 aziende e proprietari hanno firmato la conferma o risposto all’appello e in che modo?

Con i nostri rispetti,
Marisa Mengotti, Deborah Meili, Niccolò Castelli, Melitta Jalkanen, Nicola Schoenenberger, Luisa Aliprandi