Tagliare la spesa e voler risanare i conti a breve è da irresponsabili in un momento come questo, in cui non siamo ancora usciti dalla pandemia, in cui ci sarà un forte aumento dei premi delle casse malati, in cui tocchiamo con mano i pericolosi effetti della guerra in Ucraina che con il rincaro dei prezzi dei beni di prima necessità e dell’energia, ha un impatto diretto sulla nostra popolazione e sulla nostra economia, in cui la non reperibilità di importanti materie prime frena la nostra industria, mettendo a nudo la nostra fragile dipendenza dall’estero, anche per quel che concerne il combustibile per le nostre centrali nucleari, tanto amate dalla destra, che proviene in parte cospicua dalla Russia.

Tagliare adesso la spesa significa anche non volersi occupare delle emergenze e delle sfide epocali che ci riguardano, come il surriscaldamento del clima che ci obbligherà a un cambiamento di paradigma, trasformando il nostro modo di gestire l’acqua (ricordiamo gli ultimi 5 mesi di siccità e di incendi boschivi), di abitare e di produrre energia, come la precarizzazione del mercato del lavoro e la fuga dei cervelli dal Ticino, e, non da ultimo, di non volerci occupare dell’invecchiamento della popolazione e delle maggiori necessità di cura per i nostri anziani, già proposte del Consigliere di Stato De Rosa.

Queste emergenze non le abbiamo certo inventate noi verdi, sono le emergenze cui è confrontato tutto il nostro paese e di cui parla anche il Consigliere Federale UDC Ueli Maurer, in un documento strategico pubblicato nell’autunno scorso. Ecco perché ora più che mai il nostro Cantone ha bisogno di investimenti e non di tagli!

Chi dice poi che per risanare i conti a breve termine non ci saranno tagli e che non si toccheranno le fasce più fragili della popolazione, mente. La prova? Il fatto che chi ha sostenuto il decreto Morisoli in parlamento ha anche bocciato l’emendamento inoltrato dal capogruppo del PPD, Maurizio Agustoni, che chiedeva che fossero escluse dai tagli le fasce più fragili. Quindi, pretendere adesso il contrario, è una chiara menzogna destinata soltanto a ingannare l’elettorato.

Pure da irresponsabili è l’esacerbazione della discussione politica che provoca questo decreto. E qui mi permetto di citare il ministro Vitta che nel dibattito diceva: “ci aspettano anni in cui dovremo collaborare, senza esasperare gli animi”. Serve dunque un approccio “basato su un dialogo costruttivo fra le parti” che non aggravi ulteriormente le tensioni sociali e permetta al governo di agire con buon senso. Ecco perché occorre deporre nell’urna un convinto NO al decreto Morisoli il 15 maggio.

Samantha Bourgoin, deputata in Gran Consiglio e Co-coordinatrice Verdi del Ticino