Prezzi degli alimenti così bassi che la maggioranza dei contadini svizzeri sopravvive di pagamenti diretti. Altri prezzi, invisibili, sfuggono nell’oscurità e nell’ignoto del mercato nero.

I lavoratori della terra ricercano alternative, per garantirsi uno stipendio autonomo. Intanto viaggia chilometri, nell’oscurità tabuizzata, intossicata di chissaché, la cannabis approda nel sangue di non pochi svizzeri.

I contadini cercano, la cannabis continua a viaggiare. C’è però una voce che urla piano ‘Piantatela!’. Poi un’altra, e un’altra ancora. E l’idea non sembra nemmeno più così assurda.

Piantatela, questa pianta tradizionale, resistente e poco –cidi bisognosa.Però è illegale, è una droga, crea dipendenza, rende stupidi e pigri a ritmo di Bob Marley.

Critiche fondate? Aumenta sempre più il dubbio. Chi vuole consumare già consuma, chi non vuole, già non lo fa. Opportunità per i contadini svizzeri? Per il bilancio statale? Per la lotta al mercato nero?

La cannabis, regolamentata, aiuterà i contadini svizzeri e combatterà il mercato nero.

E anche la salute pubblica sarà meglio tutelata da prodotti di qualità. Questa è un’opportunità, di cui è necessario parlare.

Deborah Meili – Studentessa di agronomia all’ETH di Zurigo

Fonte: Ticinonews