Dopo l’euforia delle aggregazioni comunali dettate principalmente dall’attrattività del moltiplicatore di Lugano, la città si ritrova oggi con un territorio molto variegato che va dalla Val Colla fino al Ceresio e con altrettante comunità che oggi sono diventate quartieri, ma che faticano ancora a trovare la loro collocazione nella realtà cittadina. Inoltre la crisi del settore bancario e l’emergenza COVID-19 hanno avuto ripercussioni non indifferenti sulle finanze cittadine e la locomotiva economica del Cantone è in affanno.

Lugano non ha bisogno di progetti megagalattici che poi si rivelano difficili da finanziare e gestire. Si pianifica un nuovo centro dei congressi, senza avere deciso cosa fare di quello vecchio. Si progetta un nuovo stadio con due grattaceli di cui uno destinato a tutta l’amministrazione cittadina mentre il centro si svuota. Si continua a costruire nonostante la città abbia da anni più di 1.000 appartamenti sfitti. Il patrimonio storico (ville liberty e interi comparti) è stato irrimediabilmente compromesso. Si parla di intervenire sulle isole di calore, ma si continuano a tagliare alberi per fare posto al cemento. La viabilità non viene ripensata in modo di favorire veramente l’utilizzo dei mezzi pubblici in città. Nell’ambito del progetto del riassetto della zona della stazione sono stati previsti dal Consiglio comunale ulteriori posteggi che saranno a carico al 100% dei contribuenti di Lugano, visto che né il Cantone, né la Confederazione si assumeranno l’ulteriore costo. Un’assurdità; mentre della chiusura al traffico del lungolago, nonostante se ne parli da anni, non si vedono dei passi in avanti. Ci sono studi che dimostrano che i commerci funzionano meglio se situati in zone pedonali. Lugano deve definire le proprie priorità e perseguirle, magari con un po’ più di modestia e tenendo presente il benessere dei propri cittadini.

Fabrizio Tarolli, candidato per I Verdi al Consiglio comunale di Lugano