È notizia di questi giorni l’inchiesta aperta dal Ministero pubblico contro un’azienda di raccolta e riciclaggio del Bellinzonese per la quale si ipotizza il reato di truffa. Gli illeciti sarebbero legati a differenze importanti (in certi casi si parla di oltre il 50%) tra il peso effettivo del materiale raccolto e quello fatturato ai clienti. Per la Città, se fosse coinvolta quale danneggiato, si tratterebbe di un aggravio delle spese di smaltimento che ricadrebbero sulla collettività. Considerata la quantità di rifiuti trattati dall’ente pubblico non può sottovalutarsi l’importanza di mantenere e garantire un minimo di controllo sulle operazioni svolte dalle aziende delegate, sulle modalità di fatturazione del servizio, sul rispetto delle procedure e il mantenimento delle certificazioni esposte o richieste. A maggior ragione in un momento in cui i rifiuti rappresentano un problema ambientale, sociale ed economico della massima urgenza.

Domande:

1. Sulla base di quali strategie e obiettivi di politica ambientale, rispettivamente di quali criteri operativi e garanzie il Municipio delibera a un’azienda la raccolta e lo smaltimento dei propri rifiuti ingombranti? Quali sono le ditte incaricate, e da quanto tempo lavorano per il comune di Bellinzona?

2. Lo smaltimento dei vari rifiuti, ingombranti, plastiche, metalli, verdi ecc. consegnati o ritirati dalle stesse ditte, in che forma vengono quantificati? A volume o a peso? Queste quantità sono misurate alla partenza o a destino? Se a destino vi sono verifiche a campione? Sono mai state riscontrate delle incongruenze? In caso affermativo, quali incongruenze, e cosa è stato intrapreso per rimediare?

3. Vi è una verifica sulla frequenza delle vuotature?

4. Se la ditta indagata come riferito dai media fosse una a cui fa capo il comune, lo stesso intende reagire?

 

Cordialmente.

 

Paolo Bernasconi
Ronnie David
aniele Bianchi