Ecocentro di Carasso, che traffico Babbo Natale!

Kevin ha interpellato il Municipio riguardo il passaggio dal Sammelsack al nuovo sacco comunale, facente parte di una filiera del riciclo locale con il progetto PlasTiCa. Soddisfatti del fatto che questa scelta ridurrà l’impronta ecologica della Città non possiamo però fare a meno di notare come il nuovo sacco limiterà di molto le tipologie di plastica accettate.

Abbiamo notato una mancanza di informazione capillare per quanto riguarda il deposito della plastica; se questa finora poteva essere depositata in diversi punti di raccolta, nell’ultimo periodo diversi utenti si sono visti obbligati ad andare fino all’Ecocentro di Bellinzona-Carasso, con conseguenti spostamenti inutili e relativo aumento del traffico.

Per quanto riguarda la comunicazione il Municipio ritiene che le informazioni destinate alla popolazione siano state sufficienti ed esaustive, utilizzando i canali dei media, i canali social e del nuovo canale WathsApp Bellinzona City. Eppure molti cittadini sono rimasti un po’ spiazzati dal cambiamento, preoccupati inoltre di non poter più utilizzare il vecchio Sammelsack. Non era infatti passato chiaramente il messaggio del prolungamento del periodo transitorio del nuovo sistema.

Il Municipio conferma purtroppo che con l’introduzione del nuovo sistema di riciclaggio, con la sola raccolta di plastiche PP e PE, saranno ben 15 le tonnellate di plastica non raccolta che finirà inesorabilmente nell’inceneritore! Questo ci lascia decisamente perplessi.

Per quanto riguarda la scelta di effettuare la raccolta solo presso l’Ecocentro di Carasso, sempre a detta del Municipio, ciò è dovuto a questioni logistiche e di spazio dal momento che non è possibile gestire contemporaneamente due container (vecchi e nuovi sacchi). Terminata la fase tranitoria, ci auguriamo che tornerà un container anche in altri punti di raccolta dei quartieri!

Officine, i dubbi permangono e si moltiplicano.

Dopo due solleciti da parte nostra abbiamo ricevuto risposta all’interrogazione inoltrata in settembre, la quale non ha per nulla chiarito i nostri dubbi… anzi!

Il Municipio, nelle sue risposte, è stato vago e ad alcune addirittura non ha risposto alla domanda. Ad esempio, quando abbiamo chiesto se il Municipio, al momento della Dichiarazione d’intenti, era al corrente che avrebbe potuto trovarsi a dover effettuare ulteriori spese per il risanamento e se no, quando è stato informato, lo stesso si limita a far notare la differenza tra sito inquinato e sito contaminato e da parte nostra una risposta simile non è accettabile. Addirittura il Municipio ci fa notare che i siti inquinati (non contaminati) non necessariamente devono essere risanati.

Eppure, nel rapporto di impatto ambientale riguardante il quartiere Officine, viene scritto nero su bianco che il sedime non dovrà rimanere iscritto al Catasto Cantonale dei siti inquinati. Le indagini richieste da parte del Cantone non sono ancora state effettuate, ci chiediamo dunque a cosa è dovuto questo temporeggiare tra le parti e soprattutto: cosa nascondono le FFS?

Da parte nostra il discorso non termina certamente qui, andremo avanti finché tutte le domande e i dubbi non avranno risposta e speriamo anche giustizia.

©USTRA

Mezzo svincolo, mezze misure…

Nel mese di ottobre siamo venuti a conoscenza che le misure di accompagnamento all’apertura del semisvincolo erano state sospese su decisione del Municipio. Abbiamo immediatamente inoltrato un’interrogazione per chiedere spiegazioni, la stessa è poi stata inoltrata anche a livello cantonale!

Queste misure accompagnatrici, previste dal Programma di agglomerato di quinta generazione (PAB5), mirano alla gestione del Traffico Individuale Motorizzato (TIM) attraverso la programmazione dei nodi semaforici sulla strada cantonale in entrata verso la Città (effetto filtro) e l’interruzione degli assi di transito secondari attraverso l’implementazione di nuovi sensi unici e percorsi obbligati. Per evitare che le automobili continuino a percorrere gli attuali assi di penetrazione, ma con meno intoppi e quindi più velocità, più rumore e magari anche più incidenti, il Cantone e il Comune avevano ha predisposto alcune misure urgenti che avrebbero dovuto entrare in vigore in contemporanea con l’apertura del semisvincolo per incanalare il traffico in entrata a Bellinzona attraverso la nuova infrastruttura stradale.

Dopo le interrogazioni inoltrate il Municipio ha deciso che, con l’apertura completa del semisvincolo, una parte delle misure fiancheggiatrici sarà implementata. Via della Posta diverrà percorribile a fondo cieco, senza poter più accedere a viale Olgiati e a via Borghetto (salvo ciclisti).

Purtroppo però la seconda importante misura, ovvero la regolazione dei flussi di traffico su altri assi (Viale 1814 e via Borghetto), non è ancora stata attuata in quanto il Municipio ha ritenuto opportuno che in merito alle misure appena descritte saranno effettuati ulteriori rilievi una volta che il semisvincolo sarà entrato completamente in funzione e solo successivamente verrà deciso con cognizione di causa quali misure implementare.

A quasi un mese dall’apertura del semisvincolo attendiamo i risultati del monitoraggio promesso.

Progetti futuri, quante incognite… quanta fretta!

Torniamo a parlare di Officine (eh sì, vi avevamo detto che non ci saremmo fermati!)

Il Municipio, incurante della situazione di inquinamento del sedime e di conseguenza incurante dei costi a carico della città per un’eventuale bonifica del sedime (vedi primo capitolo), intende investire ben 250’000 franchi per un concorso di progettazione per il Comparto Officine Almenda e l’autosilo annesso. Peccato però che oltre a non sapere in quale stato si trovi il sedime ricordiamo che c’è un ricorso pendente presso il Tram, se quest’ultimo dovesse avere successo bisognerà ridiscutere l’intera pianificazione del comparto in Consiglio comunale, lo stesso Municipale Lepori ammette che con molta probabilità anche in materia di Piano regolatore saranno inoltrati ricorsi (che potrebbero bloccare e/o modificare il progetto)!

A questi nostri interrogativi il Municipio “assicura” che si tratta solo di effettuare delle prime valutazioni e approfondimenti per poi essere pronti al momento che le scelte pianificatorie saranno cresciute in giudicato. Solo in una fase successiva si procederà con un concorso che permetterà di sviluppare un concetto di massima del comparto Almenda.

Sempre in ambito di progetti futuri parliamo ora della casa anziani Greina, il quale progetto iniziale era l’edificazione di un complesso ex-novo che prevedeva di aumentare il numero di posti letto disponibili sul territorio. Abbiamo in seguito appreso dal Municipio che lo stabile attuale non è più ristrutturabile né ampliabile e risulterebbe impossibile collocare o ridistribuire gli ospiti in altre case anziani presenti sul territorio per poter fabbricare ex-novo. Abbiamo dunque chiesto al municipio lumi su questo tema, in particolare, per quale motivo non si può ristrutturare, quali e quanti sono i sedimi individuati dal Municipio per la nuova casa anziani, quale sarà il futuro dello stabile attuale una volta terminata la nuova costruzione?

Il Municipio ci risponde che la necessità di posti letto per anziani nel Bellinzonese sarà superiore alla capacità attuale della Casa anziani Greina. Per questi motivi, si ritiene più opportuno considerare la costruzione di una nuova struttura, di dimensioni maggiori rispetto all’attuale, da realizzare ex novo. Riguardo i terreni idonei alla nuova costruzione ci comunica che al momento solo al vaglio alcune ipotesi, non ci è però dato sapere quanti e quali.

Per il futuro dello stabile addirittura il Municipio non ha risposto saltandola completamente, che la domanda sia di difficile risposta?