Il santuario i camosci e il mostro
Il Monte Generoso ha e continua a esercitare un grande fascino sugli amanti della natura. Da Arogno o da Rovio si sale ripidamente fino alla “Pianca dell’Alpe”. Da li si prosegue sulla spettacolare cresta sopra i pratoni della “Camoscia”, fino alla “Piancaccia” e ai maestosi Torrioni con le sue peonie, rara specie che cresce solo su queste rocce.
Nel 2004 il Ticino visse una campagna politica molto sentita per la salvaguardia dei Camosci del Monte Generoso che il Dipartimento del Territorio voleva aprire alla caccia. In quell’ambito un funzionario del citato dipartimento disse che il Monte Generoso “… non è un santuario dove non si andrà mai a caccia …”.
Tita Carloni, capofila dell’iniziativa, che poi grazie alle firme di 15 mila Ticinesi, salvò i Camosci del Generoso, gli rispose in modo molto chiaro. Lui grande conoscitore di quella magnifica montagna scrisse tra l’altro che “… questo santuario … fa da contraltare al piano di San Martino, al disastro della fu Campagnadorna, al fascio di traffici, commerci, sperperi, reati territoriali …”.
Il Monte Generoso ha e continua a esercitare un grande fascino sugli amanti della natura. Da Arogno o da Rovio si sale ripidamente fino alla “Pianca dell’Alpe”. Da li si prosegue sulla spettacolare cresta sopra i pratoni della “Camoscia”, fino alla “Piancaccia” e ai maestosi Torrioni con le sue peonie, rara specie che cresce solo su queste rocce. I Camosci brucano tranquillamente e osservano il viandante senza paura. Con un po’ di fortuna vedremo l’aquila volare sopra le nostre teste. Un paradiso salvato dalle canne dei fucili. Poi arriviamo in vetta e sotto di noi appare improvvisamente un mostro, un mostro di ferro, cemento e vetro, una presenza inquietante.
C’è chi lo chiama fiore. Ma ci sono anche fiori velenosi, e questo è velenosissimo, una bruttura oscena, simbolo della vergognosa irruenza umana nella natura che almeno qui dovrebbe essere rispettata. Da una pubblicazione dedicata al maestro, trovo anche questa citazione “sotto la nebbia sarà tutto cemento, sopra vivranno gli animali e coloro che ad essi si adegueranno”. Questo mostro cosa ci fa qui? Si è smarrito? E’ salito da quel disastro territoriale delle pianure per contaminare e distruggere anche queste ultime oasi di pace? Sembra proprio così. Dal piano è salito un altro ecomostro, forse il peggiore di tutti a contaminare il santuario.
I camosci continuano a brucare l’erbetta e l’aquila a fare i suoi volteggi, ma a noi piange il cuore.
Mattias Schmidt
Socio fondatore dell’associazione “Amici dei camosci del Monte Generoso”