L’economia svizzera merita scelte lungimiranti, non inchini e illusioni
Di fronte ai nuovi dazi USA del 39%, la Svizzera paga l’isolamento dall’Europa e scelte unilaterali dannose. I Verdi chiedono contromisure immediate: ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti, introdurre una tassa digitale e rinunciare agli F-35.
Isolarsi dall’Europa, fare inchini agli autocrati, sopprimere unilateralmente i dazi doganali sull’industria: la politica economica dei partiti borghesi trascina ancora una volta la Svizzera in una crisi. Di fronte all’introduzione dei dazi doganali americani del 39%, il Consiglio federale deve adottare subito contromisure e ridurre la nostra dipendenza dagli Stati Uniti. È fondamentale introdurre rapidamente una tassa digitale per le aziende tech americane e rinunciare all’acquisto degli F-35.
La strategia degli inchini di Karin Keller-Sutter, ma soprattutto quella di agire in solitaria di fronte a Trump, è un fallimento totale. Ancora una volta, i fatti dimostrano che il partner politico ed economico più affidabile per la Svizzera è l’Unione europea e non gli Stati Uniti. Di fronte a questo disastro, i partiti borghesi devono impegnarsi a concludere al più presto gli accordi bilaterali III. Inoltre, bisogna sviluppare una strategia industriale (Green Deal) per sostenere i settori innovativi, come quelli legati all’economia circolare, come i Verdi chiedono da tempo. Invece di continuare con la deregolamentazione – a scapito, tra l’altro, della protezione del clima e dell’ambiente – bisogna aiutare in modo mirato le imprese colpite dai dazi attraverso il lavoro ridotto, finché non si saranno adattate alla nuova situazione. Chiediamo anche che il Consiglio federale rinunci immediatamente al suo piano di risparmio, dannoso per l’economia.
I Verdi interverranno in questo senso in Parlamento nelle prossime sedute di commissione e durante la sessione autunnale.