Mi sentite?
Dalla mia esperienza i discorsi durante le manifestazioni si sentono a volte male e frammentati. Che è un po’ come ci vuole questa politica di inerzia: messi e messe male, frammentati e frammentate tra di noi. Come persone e come Cantoni, sempre più distanti.
Una politica che osserva, mentre negli ultimi 25 anni i premi di cassa malati sono aumentati generalmente di oltre il 200%. Un’esplosione dei costi? L’evoluzione demografica ha sicuramente un impatto e ci si potrebbe perdere nella miriade di piccoli accorgimenti che permetterebbero di ridurre alcune storture, come le iniziative per farmaci generici. Ma la verità è che la quota di spesa rispetto al PIL (che va alla grande) è rimasta più o meno costante nello stesso periodo: ciò significa che la percentuale della ricchezza prodotta in Svizzera dedicata alle cure è rimasta sempre la stessa. Il problema è che a pagarla sono cittadine e cittadini, nello stesso modo indipendentemente dal reddito. Si sta catapultando l’aumento (costante) dei costi soprattutto sulle tasche di chi della ricchezza in esubero non gode.
Nel frattempo mancano soldi per correggere questa ingiustizia attraverso i sussidi, mancano soldi per finanziare la prevenzione, mancano soldi per ridurre l’impatto sulla salute delle tante attività quali la combustione di carburanti fossili e il cambiamento climatico che inevitabilmente ci raggiungeranno.
Una decina di giorni fa il Consiglio federale ha presentato un pacchetto di tagli che andranno a toccare la politica universitaria, le politiche giovanili, la cooperazione internazionale tra le altre cose… tutti i settori hanno dovuto fare un sacrificio, tranne l’esercito. Ci dicono che siamo tra l’incudine e il martello, che la limitazione del debito è fondamentale, che le imposte si possono toccare soltanto se per tagliarle, più che volentieri alle fasce più ricche. Ma la realtà è che i soldi ci sono, sono solo sempre più concentrati nelle mani delle stesse persone che a fine mese pagano il nostro stesso premio di cassa malati. Non cadiamo nella trappola di una miseria fabbricata! O continueremo ad accettare tagli, razionamenti, efficientamenti, risparmi: misure che lasciano chi già fa fatica ancora più in solitudine.
Un sistema che aumenta i premi delle casse malati, e lo fa di più nel Cantone più povero non funziona.
Un sistema che prevede lo stesso premio di cassa malati per una madre single e un amministratore delegato della più grande banca svizzera non funziona.
Un sistema che, nonostante l’aumento dei costi da coprire, non trova spazio per migliori condizioni di lavoro per il personale sanitario non funziona.
Un sistema che permette di fare profitto su di un diritto fondamentale, la salute, non funziona.
Le priorità sono due:

  • Una cassa malati unica, che non sottostia al principio della concorrenza tra casse malati; pubblica, che non permetta una medicina a due velocità; con premi proporzionali al reddito, che sia equamente finanziata.
  • Basta tagli ai sussidi: perché le persone e le famiglie non vengano dimenticate, mentre cerchiamo di cambiare il sistema