Non passa giorno in cui non siamo confrontati alla catastrofe umanitaria che si sta consumando da mesi a Gaza. Famiglie intere uccise o decimate senza pietà solo perché si trovano a vivere a Gaza, senza più casa e nessuna possibilità di ripararsi in luoghi sicuri. Bambini traumatizzatie inermi che nulla hanno da spartire con Hamas! Dall’inizio della guerra ne sono stati uccisi circa 14’000, l’equivalente del numero di abitanti di Mendrisio! Tra i sopravvissuti molti rimarranno lesi per tutta la vita e dato che si assiste a una disumanizzazione preoccupante, non si tenta nemmeno ora di correre ai ripari per salverli dalla fame e dalle malattie. Anzi si sono bloccati i fondi svizzeri all’agenzia ONU UNRWA che al momento è l’unica organizzazione a Gaza in grado di fare la differenza per aiutare i civili a sopravvivere in una situazione ormai divenuta disastrosa e che rischia di precipitare da un momento all’altro. Anche i partiti borghesi al nazionale sono ora d’accordo di sbloccare una parte dei fondi ma il Consiglio federale non si è ancora pronunciato. Mi chiedo dove sia finita la tradizione umanitaria svizzera e perché ci sia tanta ostilità e indifferenza davanti alla sofferenza evidente di una popolazione allo stremo delle forze. Come si può dormire sonni tranquilli di fronte a una tale catastrofe umanitaria quando si potrebbero portare aiuti urgenti ai bambini e a tutta la popolazione palestinese?  La commissione della politica estera del consiglio nazionale non contenta ha proposto una mozione che chiede di togliere i fondi all’UNRWA necessari non solo alla Palestina, ma a garantire aiuti necessari in tutti i campi profughi palestinesi nei paesi limitrofi, inclusa l’istruzione. Spero che questa mozione venga ritirata e che la Svizzera ritorni a essere il paese neutrale che era, prestando aiuto urgente alla popolazione palestinese senza voltarsi dall’altra parte.

Claudia Cappellini

Lugano