Domenica 25 giugno si è tenuta a LaFilanda di Mendrisio l’Assemblea ordinaria del partito Verdi del Ticino dove si è discusso il lavoro svolto a livello cantonale e federale. Duro attacco del coordinatore Marco Noi alla maggioranza di centro destra che con una retorica spesso ingannevole e fuorviante serve perlopiù i propri interessi. Si è poi parlato anche dei tagli che minacciano le politiche ambientali e sociali care agli ecologisti.

L’Assemblea ordinaria Verdi del Ticino si è tenuta presso LaFilanda di Mendrisio uno spazio d’aggregazione intergenerazionale, aperto al dialogo, alla partecipazione e alla vita collettiva del territorio che ben rappresenta i principi che stanno a cuore del partito ecologista e delle sue attività. Attività che sono state presentate durante l’assemblea, incominciando con il co-coordinatore Marco Noi che ha ribadito la determinazione del partito a contrastare con più forza i tagli ai servizi pubblici e a difendere le prestazioni per la popolazione e l’ambiente. Ha poi evidenziato l’importanza di una comunicazione più incisiva necessaria per smascherare le responsabilità della maggioranza di centro-destra e del mondo economico nelle attuali crisi. Se oggi siamo di fronte a disavanzi e debito, è perché i salari versati sono bassi e le persone non riuscendo arrivare alla fine del mese devono ricorrere agli aiuti sociali. E inoltre se le casse vengono svuotate con gli sgravi per pochi, le maggioranze di governo non possono attribuire colpe ad altri se non a se stessi.

Successivamente, le granconsigliere Giulia Petralli e Nara Valsangiacomo hanno illustrato l’attività in Gran Consiglio, focalizzandosi in particolare su due importanti risultati ottenuti. Da una parte il salvataggio del credito per la decarbonizzazione dal tentativo di taglio da parte liberale. Dall’altra il raggiungimento dell’ultima soglia di aumento del salario minimo: una battaglia verde di lunghi anni, che garantisce una soglia sotto la quale non scendere mai più. Ora si lotterà per aumentarlo! Marco Rudin, presidente del Comitato Cantonale, ha descritto le numerose discussioni e azioni politiche dell’anno trascorso, in particolare, ha citato il gruppo “Guerre e Pace”, che con la sua presa di posizione del 6 dicembre 2023 sul genocidio in corso in Palestina ha permesso al partito Verdi del Ticino di essere la prima forza politica a condannare le atrocità commesse da Israele. Infine, Noemi Buzzi, coordinatrice uscente delle Giovani Verdi, ha presentato le attività del movimento, focalizzandosi sull’iniziativa per la responsabilità ambientale. Lanciata nell’estate 2020, ha raggiunto un ragguardevole 30% di consensi, un successo importante per un’iniziativa giovanile. Ha inoltre ringraziato Rocco Vitale e Alice Zimmerman per il loro prezioso contributo nel Comitato, che ha visto il recente ingresso di Lorenzo Mombelli.

Come illustrato dalla vice-presidente Verdi Svizzera Samantha Bourgoin, anche sul piano nazionale ci troviamo di fronte a une vero e proprio attacco alla democrazia. Lo abbiamo vissuto a livello Cantonale con la tassa di collegamento, approvata dalla popolazione e eliminata dal Gran Consiglio prima che entrasse in vigore. Uno schiaffo ai diritti popolari tanto cari alla destra. Lo stesso trattamento lo stiamo vivendo sui temi della transizione. La popolazione ha detto chiaramente approvando la legge energia di volere misure a favore del cambiamento ma la destra ora le vuole smantellare attraverso i tagli federali.

Dal canto suo, la consigliera nazionale Greta Gysin ha sottolineato come la politica ambientale e sociale siano sempre più sotto attacco anche a livello federale. In particolare, preoccupa la crescente pressione sulle uscite, che si traduce in tagli significativi in settori fondamentali per i Verdi: dalla protezione dell’ambiente, ai trasporti pubblici, fino alla politica d’integrazione. La sessione estiva delle Camere federali, che inizierà il 2 giugno, affronterà temi cruciali. Tra questi spiccano l’iniziativa per un fondo per il clima – centrale per la politica climatica svizzera – e l’iniziativa “200 franchi bastano”, che mette in discussione il finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo, con gravi implicazioni per l’informazione indipendente, la coesione sociale e la democrazia.

Inoltre, durante l’Assemblea è stata presentata una nuova iniziativa, che chiede un congedo di 18 settimane per entrambi i genitori. Ciò permetterà ai neogenitori di meglio gestire l’arrivo di un figlio o figlia, ma soprattutto permetterà il raggiungimento di una parità di genere evitando di vincolare la donna al ruolo di prestatore di cure.

Infine, si è rinnovato l’appello a firmare la lettera aperta indirizzata al Consigliere federale Cassis nella quale si chiede alla Svizzera di prendere posizione nei confronti di Israele, disponibile su www.verditicino.ch.