Premetto che prima d’ora non ho mai dovuto esprimermi su una pianificazione universitaria cantonale quadriennale, per cui non ho un confronto di cosa si prova in situazione normale, ma devo dire che in quest’anno particolare, in questo periodo di preoccupazioni e difficoltà, accingermi a dare il sostegno necessario al settore universitario ticinese per far sbocciare visioni, progetti e collaborazioni durante i prossimi 4 anni mi dà un particolare senso di speranza. Inoltre, credo proprio che sia la prima volta che mi trovo a dare il mio benestare allo stanziamento di quasi 700 milioni (chiaro, suddivisi sull’arco dei 4 anni e compresi i contributi a SUP e università fuori cantone). Ma lo faccio senza riserve, perché credo fermamente che ogni franco speso nell’istruzione, nella ricerca e nella cultura permetta di creare una società più consapevole e più resiliente, pronta ad affrontare le sfide del presente e del futuro.

Ma facciamo un passo indietro e vediamo un po’ più nel dettaglio cosa stiamo per votare. La legge sull’Università della CH italiana, sulla scuola universitaria professionale e sugli istituti di ricerca del 3 ottobre 1995 prevede che ogni quattro anni la pianificazione universitaria e il rispettivo impegno finanziario siano esaminati e approvati dal Gran Consiglio. Il periodo di pianificazione attuale giunge al termine il 31 dicembre di questo anno; si tratta dunque di esprimerci sugli obiettivi strategici cantonali dei prossimi quattro anni e sui mezzi da stanziare per supportarne la realizzazione nel quadro delle programmazioni autonome di USI e SUPSI, decise dai rispettivi Consigli.

 

In questo primo loro ventennio di esistenza, Usi e SUPSI hanno dato prova di saper svolgere molto bene i compiti per cui hanno avuto mandato, affermandosi nel contesto socio-culturale, formativo ed economico locale ma con riverberi significativi anche a livello nazionale e internazionale. Grazie alle loro attività principali di educazione e ricerca, i nostri istituti universitari giocano un importante ruolo nella formazione di forza-lavoro qualificata e di prezioso know-how a disposizione del territorio, così come nell’offerta diretta di posti di lavoro altamente qualificati. Le ricadute delle due scuole universitarie si possono osservare direttamente sul territorio, ma possono essere apprezzate in maniera strutturata e quantificata tramite i resoconti sul raggiungimento degli obiettivi previsti dai contratti di prestazione, come quello che abbiamo appena votato, che ogni anno sono forniti al Gran Consiglio e che dal 2017 sono esaminati attentamente dalla commissione di controllo USI SUPSI.

La politica universitaria cantonale per il prossimo quadriennio si propone in sostanza di sostenere i due enti nel consolidamento delle loro attività, in una maggior collaborazione e infine nell’ulteriore sviluppo degli ambiti di formazione e ricerca verso temi di interesse socio-economici attuali ed emergenti, tra cui ci rallegriamo particolarmente di trovare (finalmente!) il tema trasversale della sostenibilità. È nostra ferma convinzione, confermata dalla conferenza dei rettori delle scuole universitarie swissuniversities, che le realtà accademiche svolgano un ruolo basilare nella ricerca di soluzioni per le sfide della società, tra cui troviamo in primo luogo la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici e in generale il rientro dell’economia all’interno dei limiti planetari.

USI e SUPSI hanno fatto propri gli obiettivi legati alla sostenibilità, divenuti parte integrante degli orientamenti strategici di entrambe le istituzioni. Ci rallegriamo dunque di vederne i frutti durante il prossimo quadriennio, in termini di nuovi progetti di insegnamento e ricerca, di diffusione di coscienza e conoscenza nell’opinione pubblica, nella gestione dei campus e delle attività. In particolare, auspichiamo un’elevata attenzione alla sostenibilità ambientale e paesaggistica  in occasione della progettazione e della realizzazione di futuri edifici.

Rispetto a progetti specifici, salutiamo in modo particolarmente positivo la creazione di un centro di competenze sui cambiamenti climatici presso SUPSI che avrà il compito di promuovere e coordinare la ricerca per l’adattamento ai suoi effetti e per la riduzione delle emissioni, soprattutto in campo energetico, così come la casa della sostenibilità promossa da USI ad Airolo.

Due altri obiettivi strategici cantonali che USI e SUPSI hanno integrato nelle loro politiche già da tempo e che sosteniamo con particolare convinzione sono la promozione della cultura e della condivisione di conoscenze attraverso seminari, conferenze ed esposizioni aperte al pubblico, così come il perseguimento della parità di genere.

Esulando dalla pianificazione, proprio perché pianificabile non era (almeno non in questo contesto), USI e SUPSI saranno in prima linea (e in alcuni casi lo sono già) nella ricerca di soluzioni per la gestione della disastrosa pandemia che stiamo vivendo, dal punto di vista della ricerca biomedica, del risollevamento di società ed economia, e dell’importantissima divulgazione di informazioni affidabili e corrette alla società tutta. Inoltre, entrambi gli istituti svolgeranno un ruolo chiave nel potenziamento e nello sviluppo del sistema sanitario sul lungo termine.

 

Concludo portando il sostegno del mio gruppo alla politica universitaria cantonale 2021-2024 e colgo l’occasione per ringraziare la deputata Ermotti-Lepori per la stesura dell’esaustivo rapporto in merito e il deputato Ghisletta per il grande lavoro di sintesi dietro al rapporto sul resoconto del contratto di prestazioni votato al punto precedente.

Grazie.

Cristina Gardenghi, 17.12.20