Quest’estate lo ha mostrato in modo brutale: gli eventi meteorologici estremi si susseguono oramai a ritmo accelerato e diventano sempre più violenti. Ecco perché occorre un’azione ambiziosa, non solo per ridurre rapidamente e in modo drastico le emissioni di gas clima-alteranti, ma anche per implementare delle misure di protezione per adattare il nostro territorio a quella che purtroppo è già oggi la nuova realtà. Per poter agire in modo efficace, le nostre città, le valli e i cantoni necessitano di ingenti risorse finanziarie, come pure di misure di accompagnamento. I Verdi propongono quindi un programma e chiedono che i fondi attualmente destinati all’ampliamento della rete delle strade nazionali siano messi a disposizione per adattare e mettere in sicurezza le infrastrutture dal surriscaldamento del clima.

Gli eventi estremi che si sono succeduti quest’estate nei Grigioni, in Ticino e nel Vallese mostrano chiaramente che la realtà è cambiata. «Oltre a lottare per ridurre le emissioni di CO2, città, cantoni e Confederazione devono agire in modo ambizioso e coordinato per proteggere la popolazione e il nostro ambiente». È con queste parole che la presidente del gruppo parlamentare Verdi Svizzeri, Aline Trede, ha introdotto la presentazione delle misure Verdi destinate ad affrontare in modo più efficace il cambiamento climatico.

Drammaticamente colpito dalle inondazioni e dalle colate detritiche che hanno devastato la parte alta della Vallemaggia durante la notte del 29-30 giugno uccidendo 8 persone, il Ticino continua a gestirne le conseguenze. «Vivo in questa valle e ho visto la desolazione, la tristezza e l’impotenza di chi ci vive», ha raccontato Samantha Bourgoin, vicepresidente dei Verdi svizzeri e co-coordinatrice dei Verdi del Ticino, sottolineando «che ora occorre un fondo che metta rapidamente a disposizione i mezzi per ricostruire e adattare le infrastrutture alle nuove condizioni climatiche» (vedi mozione inoltrata al Gran Consiglio dai Verdi del Ticino il 3 luglio 2024).

I cantoni e le città sono sotto pressione

Il Vallese è un altro cantone alpino fortemente colpito dal surriscaldamento del clima e che ha subito quest’estate danni colossali. «A livello cantonale, voteremo prossimamente una legge sul clima che prevede misure di adattamento ai cambiamenti climatici. Le collettività pubbliche avranno quindi i mezzi per agire», ha affermato Christophe Clivaz, consigliere nazionale vallesano all’origine, 10 anni fa quando era membro dell’esecutivo della città di Sion, del progetto AcclimataSion. Si tratta di un progetto urbanistico ancora in corso che dà la priorità al verde urbano e a un ciclo virtuoso dell’acqua, con l’obiettivo di diminuire le isole di calore, favorire la biodiversità e ridurre i rischi di alluvione. Proteggere il clima e adattarsi ai cambiamenti è essenziale per i cantoni alpini e «quando i partiti borghesi lo riconoscono, le cose si muovono più velocemente».

La lotta contro le isole di calore e le conseguenze sanitarie delle ondate di afa mobilitano anche i grandi centri urbani. A Basilea, le autorità hanno installato ombrelloni e nebulizzatori. «Ma ciò non basta. Abbiamo bisogno di più spazi verdi e di vegetazione che offra ombra e freschezza per combattere le isole di calore», ha sottolineato Anina Ineichen, deputata Verde al Gran Consiglio e candidata al Consiglio di Stato. La posta in gioco è alta perché il calore estremo delle città impatta fortemente sulla popolazione, soprattutto quella più anziana.

 Non lasciare sole le regioni

Le soluzioni esistono, ma si scontrano spesso con un problema di finanziamento. Ecco perché «i piccoli comuni, che non dispongono né di una amministrazione specializzata, né di grandi risorse finanziarie, non devono essere abbandonati a loro stessi. Essi necessitano di un sostegno finanziario della Confederazione», ha sottolineato Aline Trede, presidente del gruppo parlamentare dei Verdi, annunciando che i Verdi depositeranno in parlamento una serie di mozioni. Si chiederà in particolare che le misure di adattamento al clima siano finanziate dal fondo per le strade nazionali. «In Svizzera il settore dei trasporti è infatti il principale responsabile delle emissioni di CO2. È dunque più che giustificato che paghi per le conseguenze del riscaldamento globale». I Verdi e le Verdi  chiedono pure più flessibilità nel trattare le richieste di lavoro ridotto per le imprese colpite dalle intemperie che devono interrompere le loro attività e non possono annunciarlo subito.

Il riscaldamento globale rappresenta una sfida per tutta la società umana nel suo insieme, ecco perché le sue conseguenze devono essere affrontate in modo solidale. Per questo la Svizzera deve assumersi le sue responsabilità anche a livello globale, sostenendo i paesi più poveri in questa fase di transizione.

Conferenza stampa, Berna 26 agosto 2024