Pacta sunt servanda. I patti vanno rispettati. Si tratta del principio fondamentale che sta alla base della convivenza civile ed è la regola aurea che la Casinò Admiral SA sta crassamente infrangendo.


Nonostante l’enorme pressione mediatica che la direzione della casa da gioco sta attuando in queste settimane, vorrei in questa sede ricordare che una bugia ripetuta cento volte non diventa una verità. Bugie e mezza verità che, nei comunicati stampa comparsi di recente, si mischiano a velate minacce di ridimensionamento del personale e – cosa ancora più grave – ad un apparente disprezzo delle istituzioni democratiche rappresentate da questo lodevole Consiglio comunale e dalla Commissione della gestione, di cui faccio parte e che è stata tacciata di incompetenza da parte del casinò.

Bugie. Come quelle relative alla clausola di salvaguardia che il casinò utilizza come foglia di fico dietro la quale nascondersi. Tuttavia ci risulta che il meccanismo di attivazione della clausola di salvaguardia, previsto nella convenzione stipulata con il Comune, sancisca espressamente quale conditio sine qua non l’esistenza di un preavviso favorevole da parte della Commissione federale delle case da gioco. Preavviso che, a tutt’oggi, non risulta in alcun modo essere stato rilasciato da parte della competente autorità. Inoltre, è importante evidenziare che, se mai si dovesse giungere all’attivazione della clausola in questione, ciò potrebbe portare unicamente ad una riduzione della somma elargita sotto forma di contributi di pubblica utilità e non alla totale soppressione degli stessi, come invece preteso dagli amministratori del casinò.

Se ciò non bastasse, si aggiunga pure il fatto che, contro ogni logica, da parte della casa da gioco si avanza addirittura la pretesa di applicare la clausola di salvaguardia in maniera retroattiva, prospettiva quest’ultima non contemplata dalla convenzione. Menzogne come quella secondo cui il casinò di Mendrisio sarebbe l’unico in tutta la Svizzera a versare contributi di pubblica utilità, quando in realtà, secondo gli atti di concessione reperibili online, oltre alla casa da gioco di Mendrisio ci sono almeno altri quattro casinò di tipo B che risultano aver sottoscritto convenzioni che prevedono il pagamento di questo genere di contributi, ovvero i casinò di Crans Montana, di Davos, del Giura e, infine, quello di Meyrin.

In seconda analisi, è utile ricordare che pecunia non olet. Il denaro non ha odore. Se è vero che negli scorsi anni, la Casinò Admiral SA ha sì onorato gli impegni sottoscritti con la Città di Mendrisio, corrisponde altresì a verità che la casa da gioco ha guadagnato una quantità di denaro che oserei definire oscena. A Mendrisio, con una licenza di tipo B, gli introiti superavano regolarmente quelli conseguiti da altri casinò svizzeri che disponevano di una licenza di tipo A, ossia comprensiva dei grandi giochi. Analogamente non puzza neppure il denaro degli sgravi fiscali di cui ha potuto beneficiare il casinò come compensazione parziale per il versamento dei contributi di pubblica utilità.

Pecunia non olet non significa solo che il denaro è sempre denaro, da qualsiasi parte provenga, ma anche che il denaro è solo denaro, ovvero è solo uno strumento, un mezzo che non dà una connotazione positiva o negativa alle intenzioni che vogliamo raggiungere e perciò può essere impiegato anche per nobili fini. Perché questi soldi, che, diciamocelo, forse un po’ puzzano davvero, vengono comunque ridistribuiti alla popolazione della regione: come aiuti sociali, come sussidi ad attività culturali e sportive, come contributi per le associazioni che altrimenti, potendo contare unicamente sul volontariato e sulle modeste sponsorizzazioni di piccole e medie imprese del distretto, ben difficilmente potrebbero essere in grado di sopravvivere. Inoltre, questi soldi servono pure per la promozione turistica del Mendrisiotto, che rappresenta un settore cardine nel nostro microcosmo economico.

Fortunatamente, nel nostro paese, il gioco d’azzardo è soggetto ad importanti restrizioni e la possibilità che una società possa aprire una casa da gioco è subordinata all’ottenimento di una concessione federale che garantisce a chi ne beneficia la possibilità di ottenere una posizione di monopolio in una determinata regione. È perciò comprensibile che gli enti pubblici coinvolti possano esigere delle prestazioni concrete quale contropartita da parte di chi dispone di introiti sicuri, vedendosi garantita la totale assenza di concorrenza. La Casinò Admiral SA ha ottenuto la summenzionata concessione federale a scapito di altri pretendenti anche – e forse soprattutto – per aver sottoscritto un impegno all’elargizione dei contributi di pubblica utilità. Aspetto questo che vale la pena ricordare agli amministratori della casa da gioco, che sembrano essersene dimenticati, così come hanno scordato le carovane d’oro intascate negli scorsi anni.

Il mancato rispetto degli accordi risulta poi particolarmente fastidioso se si getta una rapida occhiata alla pagina internet del gruppo Novomatic, di cui Casinò Admiral SA fa parte. Infatti, la società vanta Urbi et orbi i propri programmi di sponsorizzazione nei settori più disparati, affermando che la consapevolezza della propria responsabilità sociale non è unicamente da ricondurre alla sola tutela dei giocatori. Al signor Graf andrebbe chiesto se e in che modo l’agire dei propri dipendenti a Mendrisio sia conciliabile con l’immagine che il gruppo Novomatic vuole dare di sé e, magari, anche se la riduzione della cifra d’affari riscontrata a Mendrisio non sia stata eventualmente controbilanciata dalle maggiori entrate che il gruppo ha ottenuto nel Nord Italia, dove, sempre stando alle informazioni disponibili online, sembra essere particolarmente attivo.

A nome del gruppo dei Verdi sollecito il Municipio e tutti voi, colleghe e colleghi, a non farvi in alcun modo intimorire e ad essere inflessibili nel pretendere che tutto quanto ci è stato promesso ci venga versato senza alcuno sconto. È un atto dovuto nei confronti della cittadinanza che siamo qui chiamati a rappresentare. Pacta sunt servanda. I patti vanno rispettati. E i debiti vanno sempre pagati. Sino all’ultimo centesimo.

 

Andrea Stephani
Intervento nella seduta del 4 maggio 2015 del Consiglio comunale di Mendrisio, sulla questione Casinò (autorizzazione a stare in lite contro la Casinò Admiral SA)