Sui temi federali: No all’iniziativa sull’IVA nella ristorazione e Sì alla cassa malati pubblica

L’iniziativa di Gastrosuisse chiede che il cibo che si mangia al ristorante (con l’IVA 8%) sia tassato come quello che si compra al supermercato e nei take-away (IVA 2,5%). Se l’iniziativa fosse adottata, farebbe diminuire le tasse per i ristoranti. Sembrerebbe una buona idea per un cantone turistico. In realtà ciò porterebbe meno soldi nelle casse dello Stato, causando delle perdite fiscali importanti. Il Consiglio federale ha calcolato che mancherebbero 750 milioni di franchi all’anno: soldi che servirebbero per questioni ben più importanti che andare al ristorante. Per questo motivo i Verdi sono contrari. Inoltre I Verdi avevano proposto di eliminare la discriminazione – invocata da Gastrosuisse per giustificare l’iniziativa – semplicemente aumentando l’IVA per i take-away e pareggiandola a quella dei ristoranti (entrambi all’8%). Una tale revisione avrebbe parificato take-away e ristoranti senza perdite fiscali per lo Stato. Tuttavia a Gastrosuisse questa proposta non è piaciuta, forse perché il suo scopo non è eliminare la discriminazione bensì favorire il settore della ristorazione abbassandogli l’IVA. Certamente il fatto che i take-away, avendo un’IVA più bassa, attualmente siano favoriti, è una questione che ai Verdi non piace, data la quantità di rifiuti che essi generano. Ma la problematica degli imballaggi va affrontata direttamente, non attraverso questa iniziativa e non intervenendo sull’imposta sui consumi. Pertanto, in linea con i Verdi svizzeri, anche i Verdi del Ticino raccomandano il NO.

I Verdi sostengono con convinzione il SÌ all’iniziativa per una cassa malati pubblica. Fin dall’inizio i Verdi hanno partecipato alla raccolta firme e al comitato promotore dell’iniziativa e condividono appieno l’obiettivo di avere una cassa malati pubblica per l’assicurazione di base (LAMal), con premi fissati per Cantone. I Verdi sono tra i promotori dell’iniziativa e in Ticino sono state raccolte ben 10’000 firme valide. Il nostro è il terzo cantone per numero di firme raccolte, dopo Berna e Zurigo. Checché ne dica il Consiglio federale, è un dato di fatto che il sistema attuale non sia il migliore possibile, e per una serie di motivi che sostanzialmente ruotano attorno alla concorrenza sfrenata di ben 61 casse malati, tutte intente ad accaparrarsi i cosiddetti “buoni rischi” (cioè assicurati giovani e sani), in una logica di breve periodo che non invoglia le casse a investire nella prevenzione. Il sistema con una cassa unica permetterà di risolvere un’incongruenza di fondo (si può anche definirla ingiustizia) del sistema attuale, con il quale gli assicurati pagano premi LAMal anche parecchio diversi fra loro per aver diritto a prestazioni che sono invece identiche per tutti. E finalmente darà voce in capitolo anche agli utenti, cioè i cittadini-pazienti che pagano i premi e beneficiano delle prestazioni assicurative.

Sui temi cantonali: Sì all’iniziativa “Per la modifica della Legge sulla scuola” e No al credito a Expo Milano 2015

I Verdi del Ticino sostengono l’iniziativa «Per la modifica della legge sulla scuola dell’infanzia e sulla scuola elementare del 7 febbraio 1996» denominata anche «Aiutiamo le scuole comunali. Per il futuro dei nostri ragazzi». Per i Verdi si tratta di fare delle vere e proprie scelte politiche. Le risorse economiche a disposizione di chi governa non sono illimitate e perciò occorre scegliere dove e come investire i soldi dei cittadini. Per i Verdi è chiaro che investire nell’educazione dei bambini è una priorità assoluta. Più classi e meno strade.

Per gli stessi motivi di principio, i Verdi del Ticino ritengono importante dire NO al credito di 3.5 milioni di franchi per la partecipazione del cantone a Expo Milano 2015. Gli aspetti altamente anti-ecologici del progetto milanese e le modalità di realizzazione dell’Expo stessa sono totalmente in contrasto con gli ideali di salvaguardia dell’ambiente e di utilizzo intelligente delle risorse che dovrebbero caratterizzare l’operato politico, in particolare in tempi come questi, in cui si tagliano servizi importanti per i cittadini. La partecipazione del nostro cantone a un’iniziativa caratterizzata da sospetti d’infiltrazioni mafiose, cementificazione selvaggia del territorio, spreco di denaro pubblico e decine di arresti di persone connesse con l’organizzazione, non può che suggerire immensa cautela. Oltre a ciò, la debolezza del progetto governativo di presenza ticinese all’EXPO, insieme al pasticciato iter del messaggio e alla completa mancanza di trasparenza che lo hanno accompagnato, rendono ancora meno appetibile l’idea di investire denaro pubblico – in una congiuntura caratterizzata dalle note difficoltà finanziarie dello stato – in quella che appare come un’inutile avventura.