I verdi di Lugano, assieme a PS e PC, hanno inoltrato al Municipio una mozione e un interrogazione per chiedere maggiore incisività nella tutela del patrimonio costruito.

 

Quasi dieci anni fa l’architetto Riccardo Bergossi scriveva: “a Lugano il rapporto tra gli edifici costruiti prima e dopo la guerra è a occhio e croce quello di Berlino, città che è stata quasi rasa al suolo per i bombardamenti […]. Gli edifici – palazzi, ville, giardini e parchi storici – creati dalla borghesia illuminata dell’Ottocento e della prima parte del Novecento sono distrutti senza sosta dalla doppia azione dell’ignoranza e della speculazione”.

 

Da allora, con ritmo regolare ma ultimamente ancora più incalzante, assistiamo a abbattimenti o domande di demolizione di edifici che fanno parte del paesaggio urbano e del patrimonio culturale di Lugano. Ad esempio i due stabili di inizio ‘900 affacciati sul Piazzale di Besso (dove ora c’è una voragine desolante), le centenarie ville Colombo in via San Gottardo 7 e 9 oppure il deposito delle ARL in via La Santa a Viganello, costruzioni demolite o a rischio, malgrado siano citate nell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale (ISOS).

 

Queste iniziative causano lo smarrimento e talvolta anche l’indignazione di vaste cerchie di popolazione. Se ne può dedurre che la costellazione dei Piani che compongono, oggigiorno, il Piano Regolatore (PR) di Lugano, manifestamente non corrisponde più a ciò che la grande maggioranza della popolazione desidera per il futuro della città in cui vive.

 

I verdi di Lugano, assieme a PS e PC, hanno quindi inoltrato al Municipio una mozione e un interrogazione per chiedere maggiore incisività nella tutela del patrimonio costruito. In particolare, nella mozione si propone che i contenuti dell’inventario ISOS siano integrati negli atti pianificatori; che il Municipio pubblichi delle zone di pianificazione per quelle parti di territorio meritevoli di tutela, ma potenzialmente minacciate da iniziative demolitrici. Si chiede anche la creazione di una commissione di esperti con l’incarico di proporre al Municipio, in tempi brevi, una lista di edifici e di alberature pubbliche e private, meritevoli di conservazione. Conseguentemente al recente stralcio da parte del Tribunale amministrativo cantonale dei vincoli di tutela per una serie di stabili luganesi, l’interrogazione invece chiede se il Municipio intende consolidare la tutela di tutti i beni estromessi dal Tram e se intende farlo attraverso la rapida pubblicazione di una nuova variante di PR oppure demandando il tutto alla revisione del PR unitario di Lugano, il quale, come sappiamo, non vedrà la luce prima del 2028.

 

Lugano, 3 marzo 2020