I Verdi del Ticino esprimono delusione per i risultati delle votazioni che vedono le due iniziative respinte a livello federale, ma soddisfazione per il voto del Ticino che accetta l’iniziativa « multinazionali responsabili » con ben il 54% dei consensi mentre, con oltre il 43% dei voti è a favore dell’iniziativa «contro il commercio bellico». La società civile si è mobilitata e non si fermerà.

I VERDI del Ticino sono delusi per la non riuscita dell’iniziativa « multinazionali responsabili »  – che vede i Cantoni nettamente contrari mentre la popolazione vincere di misura – ma ringraziano le ticinesi e i ticinesi che accogliendola con il 54% dei voti chiedono a gran voce  «che le multinazionali con sede in Svizzera paghino se violano i diritti umani o se non rispettano le norme ambientali all’estero». I Verdi del Ticino deplorano inoltre che la massiccia campagna degli oppositori sia stata sostenuta  – addirittura da una consigliera federale – con affermazioni palesemente false.
Con questo risultato la Svizzera diventa il fanalino di coda in materia di protezione dei diritti umani e dell’ambiente, poiché numerosi paesi si sono già dotati di una tale regolamentazione o sono in procinto di farlo e il controprogetto prevede solo misure non vincolanti.

L’evoluzione in questa materia in Europa lo dimostra: se la Svizzera non vorrà ritrovarsi improvvisamente su una lista nera, sarà prima o poi obbligata a legiferare affinché le sue imprese rispettino le norme ambientali e i diritti umani all’estero. I Verdi seguiranno questa evoluzione da vicino e continueranno a chiedere che le multinazionali assumano le proprie responabilità e che vengano sanzionate in caso di violazione dei diritti umani o delle norme ambientali all’estero.

I VERDI del Ticino sono anche dispiaciuti per il fatto che l’iniziativa «contro il finanziamento di produttori di materiale bellico» non sia stata approvata, ma riconoscono che l’iniziativa ha avuto il pregio di sensibilizzare e mobilitare una buona parte della popolazione su un tema così importante e poco conosciuto, anche grazie al grande lavoro delle Giovani Verdi. Il dibattito non si ferma di certo oggi. Il Ticino ha sostenuto l’iniziativa con oltre il 43% dei voti e questo sottolinea che una buona parte della popolazione non è d’accordo che il suo denaro finanzi il commercio della guerra: i Verdi continueranno ad impegnarsi in questo senso, in favore del disarmo e della pace.

I Verdi continueranno inoltre a chiedere che la piazza finanziaria svizzera – una delle più grandi al mondo – assuma maggiormente le proprie responsabilità e che gli investimenti sostenibili diventino la norma. Bisogna smetterla di investire nella distruzione dell’umanità e del Pianeta. “Non possiamo più chiudere gli occhi davanti all’impatto della nostra piazza finanziaria, specialmente davanti ai suoi investimenti nelle energie fossili”.