Intervento sul Dipartimento sanità e socialità di Giulia Petralli per il gruppo parlamentare dei verdi sul Consuntivo 2022

Vice presidente, Consiglieri e consigliera di Stato, colleghe e colleghi,

Terminata l’emergenza sanitaria, ci si attendeva per il 2022 una politica volta ad affrontare i problemi più urgenti del nostro cantone, a livello di sanità e socialità. Si pensi in particolare alla crescente difficoltà di far fronte alle spese per l’assicurazione malattia obbligatoria, che ha mostrato un Cantone purtroppo impotente di fronte dello strapotere delle casse malati e degli insostenibili aumenti dei premi. A questo vanno aggiunte le difficoltà da parte di molte cittadine e cittadini di ottenere i sussidi di cassa malati a seguito delle problematiche amministrative recentemente riscontrate nell’apposito servizio. L’impossibilità di pagare i premi ha di fatto portato ad un aumento della morosità, che non potrà che aumentare senza una radicale riforma del sistema.  

Nello specifico, per quanto concerne il settore del sostegno sociale si registra un aumento vertiginoso del personale ausiliario da 6 a oltre 63 unità. Un settore come quello sociale richiede competenze, stabilità e contatto costante con l’utenza. Il numero di personale ausiliario (non certo spiegabile con la sola emergenza ucraina) dimostra una difficoltà di pianificazione delle attività. A questo si aggiungono le voci sempre più insistenti di un clima di lavoro teso, numerose assenze per malattia, elevato turnover e situazioni di disagio sul posto di lavoro. Nonostante il fortissimo aumento di personale, il numero di dossier per operatore di sostegno sociale è ancora molto elevato. Si invita il Consiglio di Stato ad un confronto inter cantonale sul numero di dossier per operatore e a una riflessione sulle possibilità di accelerare una riforma, che consenti ai funzionari di essere presenti sul territorio e seguire di conseguenza meglio i propri beneficiari, con un numero minimo di colloqui obbligatori e personali nell’arco di un anno. Cosa che, attualmente, con quasi 200 dossier per operatore non è certo possibile.

Complessivamente, ci si attende da parte del DSS progetti e attività volte a evitare che persone che hanno pieno diritto a ricevere aiuto da parte dell’ente pubblico, per paura, vergogna o tempi infiniti, scelgono di indebitare loro stessi o addirittura i propri figli. In questo contesto non aiuta certo le prassi particolarmente restrittive che hanno colpito i cittadini stranieri, sia in termini di tempi d’attesa per alcune prestazioni cantonali, sia e soprattutto per la politica voluta dal DI.

Per quanto concerne il settore sanitario, invece, il crescente fenomeno dell’esaurimento psico-fisico del personale sociosanitario e la crescente fuga dalle strutture sociosanitarie, rimangono dei problemi importanti, che ancora non sono stati affrontati. Ricordo in questo senso l’importanza di deliberare al più presto sull’iniziativa popolare per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità, che nel suo complesso mira proprio a garantire al personale sociosanitario e socioeducativo delle condizioni lavorative migliori, e agli utenti una migliore qualità dei servizi. L’iniziativa popolare ticinese depositata, lo scorso gennaio, costituisce peraltro un’applicazione concreta dell’iniziativa popolare federale per cure infermieristiche forti, approvata a larga maggioranza dal popolo svizzero nel novembre 2021. Solo investendo sulla formazione e su migliori condizioni lavorative, si potrà risolvere il problema della precoce mortalità professionale del personale infermieristico.

Infine, una nota positiva. Di fronte al sempre più marcato aumento di casi di malessere psicologico in tutte le fasce di età, ma soprattutto in quelle giovanili, salutiamo favorevolmente l’approvazione della pianificazione sociopsichiatrica 2022-2025, di cui la creazione dell’unità di cura per minorenni. Un piccolo spiraglio di luce in un orizzonte grigio, che speriamo non debba subire fin da subito i tagli tanto temuti e che già si stanno facendo sentire sul personale dell’OSC. Personale, anche questo, che esce da anni molto difficili e che sembra doverne affrontare altrettanti faticosi, con sempre meno risorse e garanzie.