No al tedesco in prima media
Cara presidente, Consigliere di Stato, Colleghe, colleghi
Che la conoscenza del tedesco sia nodale per il mondo del lavoro ticinese così come per le interazioni e la comunicazione con una grande fetta della Svizzera, nessuno lo nega.
La proposta di compromesso della maggioranza della Commissione formazione e cultura, ovvero quella di anticipare l’insegnamento del tedesco nella scuola media vuole, in effetti, cito “offrire una formazione al passo con i tempi e che orienti le e i giovani al mercato del lavoro”.
Insomma, una proposta volta a rendere la scuola dell’obbligo un po’ più funzionale a un mondo del lavoro fortemente discriminante verso una minoranza linguistica ed economica come quella ticinese.
Proprio per esperienza personale so bene cosa significa cercare lavoro e non trovarlo in Ticino e in Svizzera solo con la conoscenza dell’italiano, del francese e dell’inglese. Conosco bene anche la frustrazione di non riuscire a comprendere facilmente i vari documenti amministrativi o burocratici provenienti da quelle parti della Svizzera in cui ancora poche persone hanno imparato l’italiano.
Eppure, senza voler generalizzare, mi chiedo se l’anticipo dell’insegnamento del tedesco in prima media, una lingua complessa e che seppur predominante in Svizzera è ancora di difficile approccio, mi avrebbe davvero dato gli strumenti necessari per essere maggiormente preparata oggi, soprattutto considerando le lezioni di tedesco aggiuntive svolte durante il liceo. Che sia forse allora anche il modo di insegnare il tedesco e le lingue in generale che vada rivisto? (ricordo in questo senso l’ancora totale assenza dell’insegnamento della LIS, la lingua italiana dei segni).
Per concludere con la mia esperienza, il tedesco l’ho iniziato a conoscere davvero, quando dopo mesi di disoccupazione senza il diritto di accedere ai corsi di lingua presso gli URC cantonali ho avuto, proprio in Svizzera tedesca, l’occasione di lavorare per un’azienda che offriva al personale l’opportunità di accedere a dei corsi di lingua interni durante le ore di lavoro e a dei programmi di tandem esterni. Chissà che anche il mercato del lavoro ticinese non possa prenderne spunto, aumentando al contempo i salari, così che pure quei giovani che non sanno il tedesco non scappino via.
È importante per noi comunque sottolineare il fatto che la scuola dell’obbligo non deve essere pensata puramente in funzione al mercato del lavoro, e alle sue carenze, ma deve mantenere le sue funzioni pedagogiche, di crescita personale e culturale.
Ritornando dunque sulla proposta commissionale, ammetto che ci troviamo un po’ dubbiosi soprattutto se si considera che l’aumento delle ore di tedesco in prima media, significa andare a gravare una griglia oraria già carica o a perdere verosimilmente ore per l’insegnamento di altre materie, come quelle artistiche, il francese o l’italiano, anch’esse estremamente importanti per la crescita personale e culturale degli allievi; e a rendere infine ancora più complicato il delicato passaggio dalle scuole elementari alle scuole medie. Anche la già attuale carenza di docenti renderebbe problematica l’esecuzione dell’introduzione del tedesco in prima media.
In questo contesto si incastra meglio, rispondendo comunque in maniera completa al bisogno condiviso e riconosciuto di potenziare l’insegnamento del tedesco, senza dimenticare le altre lingue, il progetto “Più tedesco” del rapporto di minoranza. Un progetto esaustivo che punta soprattutto a un migliore ingresso nell’insegnamento della lingua tedesca per le allieve e gli allievi che lo necessitano, come il potenziamento dei corsi di recupero o la proposta di corsi di tedesco immersivi.
Un progetto, che attraverso le sue linee guida offre la possibilità non solo di imparare una lingua, ma anche di viverla maggiormente, penso ad esempio alla richiesta di potenziare gli scambi linguistici. Non dimentichiamoci infine che abbiamo dato avvio a una sperimentazione che, se avrà successo, andrà a modificare l’insegnamento della lingua tedesca, permettendone forse anche un apprendimento nuovo.
Da ultimo, una questione di metodo. La maggioranza PLR-Lega-UDC si è a lungo indignata per il fatto che il Dipartimento non ha consultato abbastanza i docenti sulle riforme scolastiche degli scorsi anni. Nel caso del tedesco invece si vuole procedere a tutta velocità con una soluzione imposta dall’alto, così come di dice, che non è stata sottoposta all’avviso di docenti, genitori e studenti.
Per queste ragioni il gruppo dei Verdi voterà NO al rapporto di maggioranza.