Consuntivo del Dipartimento del Territorio: cosa migliorare
Grazie presidente, cari consiglieri di stato, care colleghi e colleghi,
Un dipartimento che si occupa prevalentemente di territorio e ambiente va inquadrato usando gli occhiali della sostenibilità ambientale.
Purtroppo abbiamo ancora pochi indicatori che ci possano dare qualche informazione quantitativa se quanto fatto o realizzato va effettivamente nella giusta direzione e se la velocità di crociera è adatta agli obiettivi da raggiungere. In questo senso manca un sistema di valutazione ambientale degli interventi statali nello specifico ma anche nel complesso.
La crisi della biodiversità e la crisi climatica richiedono oggi risposte rapide. Crisi climatica che percepiamo anche oggi in sala, in questa precoce e insolita ondata canicolare.
Il Dipartimento pur avendo identificato le sfide centrali da affrontare, pur avendo fatto sicuramente molti passi nella giusta direzione e pur avendo a disposizione validi collaboratori con ottime competenze, è ancora troppo lento nell’implementazione del cambiamento e della transizione ecologica. I freni e la lentezza sono ancora in gran parte di natura politica.
A livello finanziario riteniamo in generale che si debba spendere ed investire di più nella transizione ecologica.
Nel merito e in ordine sparso mi esprimo ora puntualmente su alcuni settori di competenza del Dipartimento del Territorio.
I lavori di aggiornamento del PEC , anche se in linea con quanto previsto, sono ancora troppo lenti pensando che l’attuale piano non è più conforme con gli obiettivi nazionali e internazionali di salvaguardia del clima. Andava aggiornato prima ed inserito nel contesto di un piano climatico. Speriamo che potrà essere veramente all’altezza dell’emergenza da affrontare.
Le modifiche alla legge sull’energia approvate nel maggio del 2021 dal GC, rappresentano già alcuni importanti passi avanti, (come ad esempio l’obbligo del fotovoltaico nei nuovi edifici) purtroppo queste modifiche non sono ancora in vigore e quindi oggi a più di un anno dall’approvazione si costruisce ancora sulla base della vecchia legge. Qui va data senza ombra di dubbio un’accelerazione. Se le risorse in questo ambito fondamentale per la transizione ecologica non bastano bisogna avere il coraggio di dotare maggiormente questo settore.
Anche nella Pianificazione territoriale bisognerebbe mostrare maggiore velocità nel applicare i moderni strumenti di pianificazione territoriale e di gestione della mobilità. Qui è necessario anche maggiore coraggio nel impostare dei programmi di agglomerato che possano effettivamente avere obiettivi vincolati di spostamento della ripartizione modale dal mezzo motorizzato privato a quello pubblico e alla mobilità dolce. Bisogna anche guardare con maggiore realismo all’evoluzione demografica e quindi aiutare maggiormente i comuni a velocizzare l’adattamento dei piani regolatori comunali tuttora sovradimensionati e che stimolano ancora una indecente speculazione edilizia. Qui manca il coraggio di imporsi anche verso alcune realtà comunali che rimangono fossilizzate su concezioni pianificatorie ormai sorpassate. Per quieto vivere politico non si vuole insistere più di quel tanto.
La fine del periodo pandemico speriamo che possa contribuire all’aumento delle prestazioni regionali di trasporto in modo da sfruttare appieno i positivi investimenti recenti fatti nelle infrastrutture. Se non sarà il caso bisognerà trovare gli strumenti adeguati per invertire la tendenza ad esempio per quanto riguarda il tariffario. In questo senso il rincaro della benzina e del diesel potrebbe essere un’opportunità da cogliere per introdurre delle offerte di abbonamenti ai mezzi pubblici ancora più convenienti.
Riguardo alla tassa di collegamento auspichiamo che possa entrare in vigore senza nuove iniziative che possano metterla in pericolo, così da poter far passare alla cassa i grandi generatori di traffico che contribuiscono a congestionare le nostre strade. Ma questo dipenderà soprattutto dagli alleati del partito di maggioranza relativa.
Ritengo infine fondamentale che vada fatto di più per seguire, monitorare e studiare i comportamenti del lupo. Inoltre assieme alla Sezione Agricoltura del DFE andrebbero ampliati massicciamente gli aiuti per permettere di proteggere le greggi sugli alpeggi ticinesi evitando così costi aggiuntivi per gli allevatori, e questo senza attendere che si muova la Confederazione.
Per tutta questa serie di motivi non voteremo il consuntivo del Dipartimento del Territorio.
Matteo Buzzi