“Sarà semplicemente una riduzione dell’aumento della spesa. Nessun taglio e soprattutto non verranno toccate le persone bisognose e non ci saranno riversamenti di oneri sui comuni”. Ce la ricordiamo ancora la promessa dei partiti di centro-destra che, promuovendo il pareggio di bilancio entro il 2025, sventolavano questa rassicurazione durante la campagna di voto? Ed ora, a che punto siamo?

Siamo al punto in cui questi stessi partiti non sanno più che pesci pigliare per mantenere la loro promessa, arrivando persino, in particolare il PLR, a rinnegare l’operato dei propri Consiglieri di Stato. Come era facile prevedere la “fregola austeritaria” promossa dall’UDC, alla quale gli altri partiti hanno abboccato con irresponsabile faciloneria, sta manifestando tutta la sua nefasta ricaduta. Invece di infondere fiducia in uno spirito di collaborazione e di rilancio economico, questa “politica” sta generando molta insicurezza, scaricando costi a destra e manca e mettendo gli uni contro gli altri. Gli istituti per invalidi, le case per anziani, le strutture socio-sanitarie, gli istituti di formazione, chi non riesce a pagare i premi di cassa malati e ora, come scritto su queste colonne, anche i comuni si trovano in grandi difficoltà e lanciano grida d’allarme.

Stiamo assistendo al teatro dell’assurdo, dove i partiti di centro-destra ripudiano l’operato dei loro stessi esponenti. Infatti UDC (che fa finta di non essere rappresentata nell’Esecutivo), Lega, PLR e Centro accusano i loro Consiglieri di Sato, da una parte di essere degli incapaci perché non sarebbero in grado di produrre preventivi in pareggio, cosa che si pretendeva essere facile facile, e dall’altra di essere dediti al clientelismo e di aver gonfiato in modo abnorme l’apparato amministrativo per guadagnarsi la benevolenza della cittadinanza. Come se non bastasse questi stessi partiti, che dispongono di schiaccianti maggioranze sia a livello comunale, sia a quello cantonale, e vari esponenti dei quali siedono contemporaneamente nei gremi comunali e nel Parlamento cantonale, ebbene questi stessi partiti si lamentano perché i tagli a livello cantonale stanno ricadendo sulle finanze comunali tingendone i preventivi di rosso. Lo stesso teatrino si sta presentando in questi giorni anche sulla differenziazione del moltiplicatore comunale tra persone fisiche e persone giuridiche. Gli stessi partiti che l’hanno sostenuta in Gran Consiglio, ora la criticano a livello comunale.

Stiamo assistendo non solo a uno scollamento dalla realtà, ma anche a un vero e proprio crollo della credibilità di quell’alleanza elettorale posticcia di centro-destra e della sua promessa di lasciare i soldi nelle tasche dei cittadini.

Proviamo a indovinare chi pagherà la fattura dei servizi mancanti e dei conti comunali in rosso?

 

Marco Noi

Deputato in Gran Consiglio

e co-coordinatore Verdi del Ticino