Alcune proposte per rendere la nostra fiscalità più sostenibile

Dopo aver illustrato la situazione di partenza, propongo alcune misure tese a rendere il diritto fiscale cantonale più sostenibile: favorendo gli investimenti volti al risparmio energetico e nuovi insediamenti per le imprese, ribadendo l’importanza della tassa di collegamento e di un’applicazione coerente della tassazione minima per le imprese multinazionali (Pillar 2 OCSE), incitando il Governo a migliorare i rapporti con la vicina Penisola e a sfruttare in maniera equa l’adattamento delle stime immobiliari.

Negli scorsi anni abbiamo ristrutturato il nostro sistema fiscale: ci siamo aperti e posti in concorrenza con altre giurisdizioni. Grazie allo scambio automatico delle informazioni e a modifiche di politica bancaria, abbiamo beneficiato dell’afflusso di ingenti entrate straordinarie e uniche; effetti covid non considerati, i disavanzi sono stati lievi, malgrado le aliquote fossero moderate. Nonostante ciò, il debito pubblico pare oggi fuori controllo, la Cassa Pensione dello Stato è da risanare, gli sgravi già approvati dal Parlamento e la necessità di raggiungere la parità di bilancio entro il 2025 lasciano presumere quale tipologia di misure verranno adottate nella prossima legislatura. In aggiunta, il bilancio della Confederazione presenta un deficit strutturale e diversi comuni hanno aumentato il moltiplicatore; altri prevedono di farlo. Alla luce di queste fosche premesse, considero ora 6 aspetti che costituiscono il piano per rendere il nostro diritto fiscale cantonale più sostenibile, da un punto di vista ambientale, economico e sociale, senza aumentare le aliquote e favorendo l’economia.

 

Risparmio energetico: per un periodo temporale limitato (10 anni), propongo deduzioni maggiorate per investimenti volti a favorire i lavori di risanamento energetico degli immobili, quindi prendendo in considerazione importi più elevati rispetto a quelli effettivamente spesi; i proprietari di immobili verrebbero così maggiormente incentivati a ristrutturare le loro proprietà. Similmente, occorrerebbe adottare il medesimo sistema nel caso di abbattimento di stabili vetusti, per promuovere costruzioni più efficienti. Queste due proposte necessitano di un cambiamento a livello di LAID e sarebbero molto vantaggiose per il nostro territorio.

Tassa di collegamento: nel recente passato è stata adottata da alcuni datori di lavoro, dimostrando che il suo prelievo ha comportato un cambiamento significativo delle abitudini, favorendo il trasporto pubblico e la decarbonizzazione. Sono quindi contrario ad una sua abolizione, a meno di trovare un sistema più efficace per limitare il traffico di transito, salvaguardando il nostro territorio. Nel caso si vada verso l’abolizione, occorrerebbe valutare una tassa di circolazione sulla base del principio di preponderanza, per colpire le auto che varcano giornalmente il confine.

 

Rapporti con l’Italia: l’accesso al mercato e l’utilizzo dei ristorni sono due contenziosi tutt’ora aperti. Creiamo maggiori opportunità di lavoro e business in ambito finanziario, quindi utili più elevati per gli operatori del settore. A livello federale si è affermato che il mancato accordo sull’accesso al mercato è dovuto alla resistenza unilaterale italiana.

I ristorni sono invece pensati per mettere a disposizione dei frontalieri le infrastrutture necessarie per il loro benessere (autosili nelle stazioni di frontiera, vie per la mobilità dolce, migliori collegamenti con i nostri trasporti pubblici). Occorre smetterla di indugiare, intavolando negoziati per ottenere l’accesso al mercato ed un utilizzo dei ristorni conforme al loro scopo.

 

Società multinazionali: in Ticino operano numerose società collegate a gruppi multinazionali con fatturato superiore a 750 milioni (vedi GlobBE Models rules, Pillar 2 OCSE). L’autorità fiscale dovrebbe attuare delle strategie per aumentare la loro base imponibile, quindi gli utili da tassare, a scapito di altre giurisdizioni. Coinvolgiamo i fiduciari fiscalisti in modo di pretendere che le attività svolte da queste aziende vengano remunerate a prezzi più elevati. L’analisi critica dei rendiconti di queste società, la presa in considerazione di funzioni, rischi, assets e contratti infragruppo, dovranno convincere a ritenere le attività svolte fiscalmente più rilevanti. Tale iniziativa dovrebbe essere coordinata con i collaboratori dello Sviluppo economico, in modo di ipotizzare delle contropartite, favorendo la rilocalizzazione di funzioni ad alto valore aggiunto e posti di lavoro pregiati nel nostro territorio.

Le imprese: non sono favorevole a vantaggi fiscali settoriali per particolari tipologie d’imprese (ad es. le start-up), ritengo però che nell’ambito dell’adattamento dei piani regolatori comunali alle norme federali, debba essere facilitata la riconversione di comparti dismessi, creandone di artigianali e industriali, in modo di dar spazio alle imprese, favorendole.

 

Revisione delle stime: la neutralità che la destra vorrebbe introdurre al momento di questa revisione, potrebbe essere sfruttata per diminuire le aliquote dell’imposta sulla sostanza per le persone facoltose. In questo senso sono anch’io favorevole, se però controbilanciata da un’analisi dei valori locativi adottati dall’amministrazione cantonale in modo che essi non siano modesti rispetto ai valori reali. In particolare per le residenze secondarie e ciò per rendere il sistema più equo, a favore della collettività.

Concludo dicendomi fiducioso che nella prossima legislatura la questione fiscale non sarà utilizzata per guadagnare consensi, bensì per favorire uno Stato forte che sia in grado di garantire benessere generalizzato.

Filippo Piffaretti, Esperto fiscale dipl, LLM Int. Tax. Law