Savosa

CONSIGLIO COMUNALE DI SAVOSA – seduta ordinaria del 15 giugno 2020 ore 20:00 Sala ex ala 51 scuole elementare

Onorevole Municipio, cari colleghi del Consiglio comunale di Savosa,

Benvenuti in questa aula che ci permette di tenere il nostro consiglio comunale vivo e funzionante nonostante le prove dure che attraversano la nostra società. La democrazia non è un’istituzione del bel tempo, ma per tutti tempi, belli e brutti. Quindi deve funzionare sempre.

Un anno fa, mi avete eletto come presidente del Consiglio comunale. Era un’esperienza molto interessante considerando che mi sono mai immaginato di diventare un giorno presidente di un Consiglio comunale.
Per Savosa, il lavoro della riconsiderazione del piano regolatore ha mostrato una stabilità nelle costruzioni nuove e questo va nel senso delle decisioni presi nel 2013 al livello federale. Bisogna però menzionare il ricorso che un proprietario ha intrapreso con l’aiuto giuridico di un notaio del posto. Un ricorso, che considero inaccettabile e abusivo perché principalmente mette in dubbio tutto il nostro lavoro di consiglieri comunali. Il dettaglio delle prese di posizione del Municipio e mie sono a disposizione dal nostro segretario.

Vorrei, prima di dare il volto al nostro prossimo presidente, lasciare qualche parola sulle mie impressioni della pandemia, epidemia a livello mondiale, che abbiamo subito finora.

Una parola sorge sempre più o meno fortemente della classa politica finora esistente: INDIPENDENZA. In settembre l’anno scorso già, ho potuto partecipare in Svizzera Romanda a un dibattito pubblico con la partecipazione inoltre del nostro ultimo premio Nobel, Jacques Dubochet. Ho allora espresso la mia visione dell’illusione dell’indipendenza. Ero sorpreso del consenso che ho avuto al momento del dibattito, ma soprattutto la pandemia ha dimostrato a qual punto tutto il nostro ambiente e noi stessi siamo interdipendenti, sempre. La natura è fatta di eventi interdipendenti.

L’interdipendenza della società nella pandemia ha mostrato le moltiplicazioni di atti di solidarietà civile, l’attenzione agli altri, anziani e giovani, l’aiuto comunitario a quelli che perdono tutto d’un colpo, l’azione della protezione civile, l’esercito, tutto ciò che è legato ai diversi fattori di trasmissione della malattia. Non siamo mai indipendenti, mai, e quindi se vogliamo governarci con una certa coerenza, dobbiamo tener conto del nostro ambiente e della nostra vicinanza. Di conseguenza, dobbiamo concertarci, comunicare e non delegare. Delegare a chi? Ad altri poteri comunali? La risposta deve essere no. Così arrivo di nuovo ai 2 pensieri che avevo espresso qui di seguito un anno fa.

Il primo era che noi consiglieri comunali, dobbiamo tutti i giorni far sentire che i cittadini fanno parte di una comunità che richiede una certa “governance”.  Il privilegio della libera opinione non è scontato e se non si fa uso di questo diritto forse si rischia di perderlo.
Il secondo era legato a certi pensieri economici che portano alle aggregazioni comunali. Aggregazioni che portano in sé una sicura e disastrosa riduzione di tutte le attività democratiche. È un atto di democrazia diffidare delle aggregazioni comunali. Applicando incentivi come quelli che avevo proposto un anno fa favoriremmo la promozione di una “governance” informativa, consensuale, pacifica e quindi efficace.

Kaj Klaue, presidente uscente

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