Il Comitato referendario, contrario alla trasformazione di AIM in SA, e quello interpartitico (favorevole) sembrano non essere d’accordo su nulla. I due schieramenti, però, convergono su una considerazione generale: in questo momento AIM è un’azienda sana. Perfettibile, certo, ma economicamente in salute e in grado di offrire un servizio pubblico di qualità.

Ciò nonostante, i fautori di quella che in sintesi è una privatizzazione formale di AIM, da settimane a questa parte, ripetono incessantemente, quasi fosse un mantra, che le aziende municipalizzate necessitano di “maggiore flessibilità” e “immediatezza nei processi decisionali” (anche se sarebbe più giusto parlare di “disinvoltura”). A dire il vero, basterebbe apportare qualche correttivo qua e là (attraverso, ad esempio, maggiori deleghe di competenza e crediti quadro ad hoc), invece di insistere con la creazione di una SA considerata come la panacea di tutti i (presunti) mali dell’azienda.

Ma è davvero necessaria, per ottimizzare la governance di AIM, una trasformazione della forma giuridica che, cambiando radicalmente le regole del gioco (il diritto privato rimpiazzerà quello pubblico) e stravolgendo la mission dell’azienda (la massimizzazione dei profitti al posto del servizio all’utenza), rappresenta un vero e proprio salto nel buio? No di certo. Pertanto, come si fa nei romanzi gialli, dobbiamo chiederci cui prodest? Ovvero a chi giova questa manovra? Appare evidente che questa cura forzata per AIM che è, a tutti gli effetti, un malato immaginario, nasconde soprattutto la preoccupazione del Municipio di contenere l’aumento del moltiplicatore politico del Comune per questo quadriennio. Il moltiplicatore comunale d’imposta è, come si evince dal messaggio sul Preventivo 2017, destinato a salire, a causa della partenza di importanti contribuenti (Armani su tutti) e del mancato versamento dei contributi di pubblica utilità della Casinò Admiral SA. In pratica, per il Municipio, solo la privatizzazione formale di AIM arginerebbe questo inevitabile trend; tuttavia si tratterebbe solo di un palliativo, visto che, nonostante gli ammortamenti straordinari, ci ritroveremmo comunque con un moltiplicatore aritmetico più alto e, per di più, avremmo ipotecato i gioielli di famiglia e – oltre il danno anche la beffa – potremmo essere confrontati con un aumento delle tariffe (i casi di SES e AGE SA delle scorse settimane sono, in questo frangente, illuminanti).

Il voto sul moltiplicatore politico di Mendrisio per il prossimo anno (che si potrà comunque distanziare, come già avviene, da quello aritmetico) si svolgerà in Consiglio comunale, in occasione del passaggio del messaggio sul Preventivo 2018. Il 5 marzo, invece, i cittadini del Magnifico Borgo saranno chiamati alle urne per dire di no a questo accanimento terapeutico nei confronti di un’azienda sana e con un roseo futuro da municipalizzata. In questa storia, l’unico vero, grande malato è il nostro territorio, soffocato dalle polveri fini e dallo smog; e “chiudere gli occhi e tapparsi il naso” non serve a nulla e a nessuno.