Quella di forma: l’arrocco, completo, è stato annunciato e confermato in modo interamente anticollegiale, anche accusato dal Consiglio di Stato stesso. E che questo diventi ora una disponibilità o un’occasione, che questo sia considerato infine un efficientamento è a dir poco strano.  

Ho profondo rispetto del lavoro nell’esecutivo, ne conosco il ruolo, capisco la necessità di collegialità. Tuttavia mi preme sottolineare la mia preoccupazione sulle conseguenze concrete per i dipartimenti o anche divisioni e uffici coinvolti dallo scambio. La stabilità, la condivisione d’intenti, la chiarezza di un progetto dell’esecutivo garantiscono il buon operato di un dipartimento. Dipendenti cui viene comunicato che nel giro di qualche mese sarebbe potuta cambiare la direzione, verosimilmente (si spera? non saprei) per un cambio progettuale: di cosa stiamo parlando? Progetti pluriennali se non decennali che devono sottostare a un passaggio di consegna e un cambio di rotta. Parlo in particolare del Dipartimento del Territorio che nel nostro Cantone svolge un ruolo fondamentale per tutto ciò che è la protezione dell’ambiente e la promozione della sostenibilità: un Dipartimento che faticosamente recupera il distacco degli altri Cantoni, oberato da tagli che mettono a repentaglio numerose aree protette, confrontato con una manchevole progettualità in ambito di pianificazione cozzando ripetutamente con le necessità dei Comuni… è un opzione rallentare? Confondere? Se non eliminare completamente alcune progettualità (com’era percepito nell’aria). Lasciando perdere l’enorme confusione organizzativa dell’arrocchino finale. Il pragmatismo dell’ascia, che in realtà tanto nuovo non è. La situazione attuale di arrocco a me sembra in realtà solo l’apice di una modalità di lavoro già assodata di relazioni tra esecutivo e legislativo e che ripeteremo tra qualche mese durante le discussioni sui preventivi: un vicendevole puntare il dito allo specchio, vero per la maggior parte del parlamento. Ve lo dico come giovane – poco dopo l’annuncio dell’arrocco tutti i partiti giovanili ticinesi si sono espressi contro tale misura, chiedendo più serietà alle istituzioni che vorremmo ci rappresentassero – non si capisce niente ed è un gran peccato.

Infine, mi spiace parlare di chi non è presente, ma l’onorevole Zali, di cui ho grande stima e di cui comprendo il difficile ruolo: ci rimbeccava di essere il Consigliere di Stato più verde che potessimo aspettarci, di tenere il capo chino e ringraziare. E poi sarebbe stato pronto a smollare l’intero dipartimento. Devo essere sincera, di tenere il capo chino e di ringraziare per le briciole non ho voglia e penso che come giovani, come verdi, come giovani verdi possiamo aspettarci un Governo più verde e più vero.

Nara Valsangiacomo granconsigliera