Con la presente interpellanza chiediamo al Municipio di Lugano di chiarire la situazione della “casa rossa” o vecchia dogana ottocentesca alle Cantine di Gandria.

La risposta del Consiglio di Stato del 18 dicembre 2012 all’Interrogazione 24 gennaio 2012 n. 19.12 indicava:

“La vecchia casermetta delle guardie di confine di Gandria fu costruita tra il 1853 e il 1854 per cura della Confederazione svizzera, che intendeva così controllare l’approdo doganale di Gandria, istituito nel 1850. L’edificio, isolato sulla riva a meridione delle Cantine e ben visibile per il suo colore rosso (la “casa rossa”), gode di una collocazione singolare: la semplicissima struttura, costruita secondo i canoni dell’edilizia popolare, con un tetto a doppia falda ricoperto da coppi tradizionali, appoggia su una lunga murata che delimita la riva del lago; il piano inferiore è caratterizzato da un’ampia e profonda darsena porticata; al primo piano vi sono due locali: il dormitorio e la cucina. La casermetta perse la sua funzione all’inizio del secolo scorso dopo la costruzione del nuovo e più funzionale edificio e pontile doganale a settentrione delle Cantine. Verosimilmente negli anni Trenta del Novecento fu acquistata dall’inge­gnere e architetto zurighese Carl Theodor Hubacher (Zurigo 1897- Gandria 1990), noto e importante esponente nel movimento Moderno che conservò intatto l’edificio.

Per la sua storia, l’ubicazione e l’importanza paesaggistica, essa è certamente meritevole di essere tutelata sulla base della Legge sulla protezione dei beni culturali del 13 maggio 1997 (LBC 1997). Tuttavia al momento attuale, mancando un’indagine comparativa tra edifici simili per carattere architettonico e tipologico (analisi dei dati relativi all’architettura accademica e rurale della metà del XIX secolo raccolti nella bancadati del Sistema informativo dei beni culturali del cantone Ticino SIBC), non è ancora possibile precisare il grado di protezione applicabile (bene culturale d’interesse locale oppure d’interesse cantonale). L’Ufficio dei beni culturali approfondirà questi aspetti nell’ambito della revisione, tuttora in corso, dell’inventario dei beni culturali protetti sul piano cantonale.

Per quanto riguarda gli aspetti procedurali, l’art. 20 della LBC 1997 prevede che la protezione di un edificio o immobile sia istituita “nell’ambito dell’adozione dei piani regolatori comunali o dei piani di utilizzazione cantonali”. Per il territorio del vecchio comune di Gandria, ora sezione di Lugano, tale opportunità non si è ancora presentata: di conseguenza non è ancora stato rivisto l’elenco dei beni culturali tutelati.”

Interpellato formalmente il 30 ottobre 2020 dai sottoscritti, in data 9 novembre 2020 l’on. Zali a nome del Consiglio di Stato ha confermato che il Cantone non è stato coinvolto nella procedura edile avviata nel 2017 e rinnovata nel 2019, perché la Città di Lugano non ha chiesto l’iscrizione della casermetta, prima dogana lacuale in Svizzera, quale bene culturale.

Domande al lodevole Municipio:

  1. Può illustrare le procedure edilizie effettuate e i contenuti degli interventi edili autorizzati?
  2. Corrisponde al vero che sono stati fatti degli interventi in ottobre 2020 non contemplati nella licenza, come indica l’Associazione VivaGandria nel suo sito, e precisamente due porte finestre non contemplate nella licenza, un rialzamento della falda del tetto (con un brutto esagerato frontone), la rimozione di una soletta (in pratica lo sventramento dell’interno) e il tracciamento di un sentiero abusivo per allontanare il passaggio pubblico dall’edificio (questo è inserito nel Piano regolatore come “vicolo-sentiero” e non è stata pubblicata nessuna variante di PR)
  3. Qualora siano in corso interventi non contemplati nella licenza, il Municipio intende intimare un blocco edilizio e il ripristino della situazione antecedente?
  4. Perché il Municipio non ha effettuato alcun passo in tutti questi anni per assicurare la protezione di questo immobile storico?
  5. Il Municipio di Lugano ha intenzione di avviare una procedura celere di protezione dell’immobile storico?

Con distinti saluti,

 

Raoul Ghisletta, Nicola Schönenberger

Allegato: lettera di VivaGandria del 15 ottobre 2020