Nucleare in Svizzera, quo vadis?
Cosa sta succedendo in Svizzera con le compagnie che gestiscono la produzione di energia di origine nucleare? Come saranno gestiti i costi di smantellamento delle centrali e della gestione delle scorie?
Se qualcuno in Svizzera pensasse ancora che sia il popolo a decidere di questioni importanti vi consiglio di leggere quanto si sta tramando nelle grandi società elettriche per uscire dalla situazione fallimentare in cui si sono cacciate. Dopo aver sostenuto per anni il modello energetico basato sulle centrali nucleari oggi si iniziano a vedere le disastrose conseguenze (economiche e non).
Queste società hanno praticamente redatto un manuale su come pilotare, influenzare e infine manipolare la volontà di un popolo e di una nazione. I politici, i giornalisti, le associazioni di categoria, le associazioni economiche e infine l’opinione pubblica vengono sistematicamente pilotate per ottenere ciò che questi colossi ritengono essere la soluzione per i loro affari. In particolare scaricare tutti i debiti delle centrali nucleari sullo stato, ricevere laute sovvenzioni per le vecchie centrali idroelettriche che risultano poco economiche e sulle quali non si sono fatti adeguati investimenti.
Già in passato i Verdi si erano espressi in maniera critica su quanto sta succedendo, oggi purtroppo tutto ciò si sta avverando.
Statalizzare le centrali nucleari, sembra impossibile, invece un documento pervenuto alla Basler Zeitung sembra indicare che sia questa una delle strade percorribili viste da Alpiq. I colossi energetici si trovano in difficoltà perché il loro vecchio modo di funzionare (pompare acqua nelle dighe durante la notte con l’energia nucleare in eccesso per poi venderla durante i picchi di consumo del mezzogiorno) sta iniziando a perdere colpi. Le nuove tecnologie, in special modo il fotovoltaico, stanno guadagnando sempre più terreno. I pannelli solari producono con un massimo di efficienza nelle ore di punta del consumo, quando l’irradiamento solare è particolarmente intenso e questo senza costi secondari paragonabili a quelli del settore nucleare. Oggi più che mai questo settore si rende conto che i costi di smantellamento delle centrali e di smaltimento delle scorie sono ingestibili e vorrebbero scaricarli sulla popolazione, dopo aver beneficiato degli utili prodotti negli anni. Quello che fa rabbrividire è con quanta “nonchalance” i baroni dell’energia pensano di utilizzare lo Stato; i risultati li abbiamo vissuti recentemente e sono sotto gli occhi di tutti (vedi Gottardo).
Ora ci aspetta un esito analogo anche in materia energetica, ma il popolo sembra non averlo capito. Un documento confidenziale ci svela un programma predefinito e dettagliatamente organizzato per gabbare il parlamento e il popolo. Uno scandalo che potrebbe far svegliare le coscienze della gente che crede ancora nella democrazia.
Da non credere che stia accadendo ora, qui in Svizzera…
Su un muro di una Università una volta ho letto questo: “Se il voto potesse veramente modificare le cose, lo renderebbero illegale.”
Che sia vero?