Si rallegrano i due coordinatori Samantha Bourgoin e Marco Noi. “Siamo orgogliosi che l’iniziativa per il salario minimo dei Verdi del Ticino sia riuscita a dare al Cantone una legge del salario minimo definendo una base sotto la quale non sarà possibile scendere e troviamo incoraggianti i risultati dello studio”. Infatti, seguendo l’auspicio del Governo sottoposto ora al Gran Consiglio, che si basa sullo studio dell’Istituto di Ricerche Economiche e tiene conto del contesto attuale, la cosiddetta forchetta del salario minimo dovrebbe essere compresa nell’intervallo tra franchi 20.00 e 20.50 completando così il periodo di attuazione il cui scopo è stato quello di permettere ai datori di lavoro di adeguare in maniera graduale il salario minimo che entrerà nella sua terza fase di attuazione dal 1° dicembre 2024.

Interessante costatare che lo studio, che ha analizzato gli effetti dell’applicazione del salario minimo, indica che la sua introduzione è implementata correttamente dalla stragrande maggioranza delle aziende e, contrariamente ai timori espressi da una parte del mondo politico e economico che pensavano ad un effetto di appiattimento di tutti i salari verso il basso, ha invece determinato una ricaduta positiva verso l’alto anche sui salari superiori a quello minimo. Non si è neppure avverato quanto preconizzato da chi temeva che molte aziende sarebbero fallite non potendosi permettere questi stipendi.

Si ricorda che a livello cantonale la legge federale ammette unicamente il salario minimo di natura sociale il cui montante orario rimane nelle soglie di intervento delle prestazioni sociali (per questa ragione si parla di importi modesti). I Verdi auspicano che questo importo minimo possa essere ulteriormente aumentato in futuro anche in considerazione delle esperienze positive maturate con l’applicazione della presente legge.

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