Sciogliere il nodo del trasporto intermodale di Lugano
“Il nodo della stazione FFS di Lugano costituisce un’opera fondamentale per la gestione della mobilità nel Luganese. La sistemazione del Comparto di Besso intende risolvere i problemi che toccano la rete viaria, i servizi di trasporto pubblico su gomma ed il traffico non motorizzato.” Con il rapporto di minoranza si è cercato di sciogliere alcuni nodi
Una riflessione a caldo di Samantha Bourgoin, relatrice della minoranza, in seguito al dibattimento parlamentare
Sono molte le situazioni che si intrecciano, ma sembrano più complesse perché sono presentate gioco forza solo parzialmente e la commissione non ha voluto fare proprie le preoccupazioni che abbiamo raccolto sul territorio e tra i partner coinvolti. Siccome in aula, senza rapporto di minoranza, si vota in procedura scritta, senza possibilità di intervenire e quindi di ricevere rassicurazioni ufficiali, è stato necessario fare un rapporto di minoranza e chiedere chiarimenti in aula direttamente al direttor Zali. I principali erano due.
Il primo tema che abbiamo chiesto di chiarire è la copertura del nodo intermodale che vedrà la luca sul piazzale ex Pestalozzi e che accoglierà 15 linee di bus e per il quale è previsto un costo di oltre 6 milioni di franchi. Sullo stesso sedime, ai piani inferiori, quindi sotto terra, sarà edificato l’autosilo. Le linee dei bus confluiranno al piano “terreno”. Sopra lo stesso il Cantone prevede una copertura delle linee con tettoia. Parallelamente però, la città di Lugano sta pianificando sempre sullo stesso sedime, un edificio di 5 piani, che andrà in pratica a sostituirsi alla copertura. Noi abbiamo chiesto che non si spendessero 6 milioni a vuoto. Una pensilina provvisoria non è necessaria. Se l’edificio che (accoglierà la SUSPI) non fosse ancora ultimato, potremmo tranquillamente rimanere un paio di anni senza tettoia. D’altronde oggi mica aspettiamo i bus al coperto attorno alla Stazione. Il direttor Zali ha assicurato durante il dibattimento in aula che se il progetto SUPSI sarà in fase di pianificazione non si spenderanno inutilmente 6 milioni. Ne siamo felici. I responsabili venuti in commissione escludevano invece di lasciare il piazzale non coperto. Peccato che la maggioranza della commissione ritenesse inopportuno chiedere un ulteriore chiarimento. Grazie all’intervento della minoranza permettiamo di evitiamo di spender male questi preziosi 6 milioni.
Il secondo tema era legato all’appendice di pista ciclabile di 360 metri che confluirà con una passerella sospesa sul nodo intermodale dalla trincea di Massagno e di come questa sia integrata nella rete . Siccome il progetto è stato inserito negli ultimi mesi, senza che fosse stato possibile integrarlo nei piani precedentemente allestiti, non c’è modo di vedere nessuna contestualizzazione nel comparto. E visto che neppure le associazioni legate al territorio e alla mobilità lenta avevano informazioni ufficiali circa i percorsi progettati attorno alla stazione – l’ultima proposta infatti voleva tagliare in due il parco del Tassino ed è stato per fortuna abbandonata – abbiamo voluto chiarire. Per fortuna il direttor Zali ha rassicurato che per la mobilità ciclabile attorno e attraverso la stazione di Lugano sia tutto chiaro. Saremo felici di conoscere i progetti e che, soprattutto, siano consultate le associazioni locali.
Peccato i chiarimenti della minoranza siano percepiti come richieste sconvenienti o superficiali. A ben vedere, se le osservazioni dei deputati non sono gradite, ad essere rivisto dovrebbe essere il meccanismo che regola la genesi e l’adozione dei piani di agglomerato. Perché se negli ultimi anni gli attori coinvolti si sono incontrati 130 volte per mettere a punto il progetto, come sostiene il direttore, e solo in zona Cesarini (ossia negli ultimi mesi) è stata inserita un’appendice di pista ciclabile, in un contesto molto fragile di mobilità lenta – come lo attesta il piano ciclabile della città – e all’interno di un piano di agglomerato che come missione ha proprio quella di coordinare tutti i vettori di mobilità, significa che a queste riunioni non sono rappresentate democraticamente le forze in campo: in altre parole, ad incontrarsi non sono le persone giuste.