Riforma fiscale e lo studio della Supsi

Opinione  pubblicata sabato 18 maggio sulle pagine del CdT

Il Centro di competenze tributarie della Supsi ha pubblicato un’analisi sul prelievo fiscale nei Cantoni e nella Confederazione ai fini delle imposte dirette. Il Cantone Ticino, per quanto riguarda i redditi elevati, non sarebbe concorrenziale rispetto agli altri cantoni. Nei giorni seguenti, l’autore dello Studio si è espresso pubblicamente sostenendo che vi è l’esigenza di abbandonare la posizione tra gli ultimi in classifica.

Trovo il metodo adottato dai collaboratori della Supsi indifendibile nel merito e nella sostanza. Mi spiego.

Trovo il metodo adottato dai collaboratori della Supsi indifendibile nel merito e nella sostanza. Mi spiego.

Dal punto di vista tecnico lo Studio è incompleto e sottace alcune particolarità che rendono il nostro Cantone comunque fiscalmente attrattivo. In ordine sparso: i valori di stima in Ticino sono estremamente bassi e questa discrepanza, di fatto, si riflette sul calcolo dei valori locativi e inficia le statistiche presentate dalla Supsi; in aggiunta, parecchi cantoni hanno abrogato la tassazione secondo il dispendio, ciò che rende il Cantone Ticino interessante anche per questa tipologia di contribuenti (ricordiamo che una parte dei contribuenti facoltosi non paga le imposte sui redditi effettivi, come tutti noi, ma su di una proiezione assolutamente arbitraria, cioè il dispendio). Un’ulteriore differenza è la disponibilità in Ticino di immobili di pregio a costi moderati, rispetto alla situazione nei cantoni nostri concorrenti, dove il prezzo degli immobili è schizzato alle stelle. Inoltre la Svizzera non conosce la tassazione dei capital gain, ovvero la tassazione degli utili di borsa o dei ricavi conseguiti tramite la vendita di sostanza privata, ciò che avviene invece in molti altri paesi a noi vicini.

Nella sostanza l’autore dello studio tende a giustificare la posizione dei favorevoli alla riforma fiscale. Sarebbe stato invece più utile per chi dovrà esprimersi con il proprio voto il 9 giugno, che la Supsi analizzasse le conseguenze della riforma, raffrontando la perdita di gettito con l’auspicato scenario futuro e quindi quantificare il recupero di substrato fiscale, tramite l’arrivo di nuovi contribuenti.

Gli specialisti avrebbero poi potuto disquisire sulle tendenze a livello mondiale, ossia il fatto che al G20 di febbraio si è nuovamente discussa l’introduzione di una tassazione minima per le persone facoltose, così come avvenuto per le società commerciali, ciò che potrebbe rendere questa manovra ridondante.

Personalmente ritengo che, vista la trasparenza implementata dagli stati membri OCSE, i contribuenti sono divenuti meno mobili, quindi vi sono meno persone inadempienti fiscalmente interessate a prendere domicilio nel nostro paese. Se ciò dovesse avverarsi, la diminuzione delle aliquote per le persone facoltose, avrà solo l’effetto di privare l’ente pubblico delle risorse necessarie per svolgere il proprio lavoro e anche per pagare degnamente collaboratrici e collaboratori della SUPSI.

Samantha Bourgoin, granconsigliera e co-coordinatrice Verdi del Ticino