Sì all’iniziativa sull’allevamento intensivo
Ecco perché i Verdi del Ticino dicono sì all’iniziativa popolare “No all’allevamento intensivo in Svizzera”
- Gli animali da allevamento non sono ancora sufficientemente protetti. I consumatori e le consumatrici si aspettano un miglioramento del loro benessere negli allevamenti. Ciò andrà a vantaggio sia degli animali che dell’ambiente.
- L’iniziativa sugli allevamenti intensivi è un passo importante verso un’industria agroalimentare sostenibile che tuteli le risorse, rispetti il benessere degli animali e renda più sicura la vita di molti agricoltori e agricoltrici.
- La produzione di alimenti di origine animale inquina l’ambiente molto più di quella di origine vegetale, perché emette più gas a effetto serra e porta a un’eccessiva fertilizzazione del suolo.
L’iniziativa chiede di porre fine all’allevamento intensivo di animali in Svizzera. In particolare, chiede che il bestiame sia tenuto e curato in base alle sue esigenze, che abbia accesso all’aria aperta, che le dimensioni dei gruppi di bestiame nelle stalle siano ridotte in modo significativo e che le sofferenze inutili durante la macellazione vengano evitate con assoluta priorità. Per garantire che gli allevatori locali non soffrano della concorrenza straniera, l’iniziativa prevede che non si possano importare animali o derivati animali se sono stati prodotti con metodi vietati in Svizzera. L’attuazione dell’iniziativa prevede un periodo di transizione che va fino ai 25 anni. Ciò per dare alle aziende agricole il tempo sufficiente per il processo di conversione. L’iniziativa è sostenuta da un’alleanza di gruppi di tutela agricola, animale e ambientale. Il verdi avevano deciso di sostenere l’iniziativa durante la fase di raccolta delle firme.
Per il benessere degli animali
La produzione zootecnia industriale considera gli animali come merci, dei prodotti da ottimizzare. Tutti i presunti «successi dell’allevamento» causano parecchie sofferenze e problemi sanitari agli animali. Stipati in spazi ristretti essi vivono un’esistenza di sofferenze fisiche e psicologiche con risvolti preoccupanti. Ad esempio, i polli (che normalmente avrebbero una speranza di vita di 8 anni) vengono ingrassati per 30 giorni e nella loro ultima settimana sono così grassi da non potersi quasi più reggere in piedi. Le mucche da latte non danno più 4 000 litri di latte l’anno come una volta, bensì più di 8 000. I suini hanno ormai due costole in più.
Il settore dell’allevamento intensivo cerca di veicolare un’immagine distorta della realtà rappresentando un mondo ideale con animali felici quando ciò non è affatto vero. Questa distorsione della realtà fa perdere credibilità a tutto il settore. Tuttavia, sappiamo che esistono alternative. Infatti, molti allevamenti dimostrano che è possibile fare le cose in modo diverso, allevando gli animali in base alle loro esigenze e offrendo loro, in generale, l’accesso all’aria aperta in tutte le stagioni. In questo modo gli animali vivono in un ambiente vario e hanno contatti sociali tra loro.
Per un sistema alimentare sostenibile
La guerra in Ucraina dimostra quanto sia importante il cibo per la sicurezza degli approvvigionamenti. Tuttavia, possiamo aumentare la nostra autosufficienza alimentare utilizzando più terreni per la produzione di piante anziché di mangimi. Attualmente utilizziamo una grande percentuale della nostra terra per produrre foraggio per gli animali, oltre a ciò, importiamo altro foraggio dall’estero. Ciò avviene poiché Il nostro consumo di carne è troppo elevato rispetto le risorse di cui disponiamo. Ecco perché l’industria alimentare svizzera deve cambiare rotta. I Verdi si impegnano per un’agricoltura contadina e per un sistema alimentare sociale, rispettoso del clima e del benessere degli animali. A tal fine, i Verdi costruiscono costantemente ponti tra i diversi attori della catena alimentare, dal campo al piatto. Un esempio recente è l’iniziativa Fair Food. Essa chiedeva di produrre cibo sano, ecologico ed equo, per aumentare l’offerta complessiva di alimenti prodotti in modo sostenibile e per porre fine al dumping sociale e ambientale delle importazioni. L’iniziativa sugli allevamenti intensivi è quindi un passo importante nella giusta direzione ed è necessaria anche per superare il blocco dei partiti borghesi sulla politica agricola. La maggioranza di loro si è opposta a qualsiasi miglioramento in Parlamento e ha impedito le proposte di compromesso del Consiglio federale e dei Verdi.
Per un’agricoltura adatta al nostro territorio
Un terzo dei danni ambientali causati dal consumo è attribuibile al nostro cibo. L’allevamento è particolarmente inquinante: consuma molte risorse naturali e produce molte più emissioni di gas serra rispetto alle coltivazioni. I prodotti animali sono responsabili dell’85% di tutte le emissioni di gas serra in agricoltura. L’allevamento intensivo porta a un aumento locale delle emissioni di ammoniaca e del rumore. Attualmente la Svizzera importa 1,4 milioni di tonnellate di foraggio all’anno. Queste importazioni consentono di allevare molti più animali di quelli che sarebbero appropriati per la Svizzera. La Svizzera può essere all’altezza della sua immagine di agricoltura rispettosa delle risorse e degli animali allevando un maggior numero di animali su pascoli e riducendo le importazioni di foraggio.