Il ricovero coatto in ambito psichiatrico rappresenta una delle misure più delicate e invasive che si possa adottare nei confronti di una persona. Tocca in profondità la sua dignità, i suoi diritti fondamentali e la fiducia nei confronti del sistema sanitario e giuridico. Proprio per questo deve restare un provvedimento eccezionale, attivato solo quando ogni altra alternativa è stata attentamente valutata ed esclusa, e gestito con il massimo rigore da tutte le istituzioni coinvolte.

La mozione oggi in discussione non si limita a denunciare una criticità. Propone un piano d’azione orientato al miglioramento del sistema. L’obiettivo non è solo contenere il numero dei ricoveri coatti impropri, ma assicurare che questi avvengano solo quando realmente indispensabili – restituendo alla coercizione il suo significato originario di ultima ratio, e non di soluzione automatica o residuale.

I dati riportati nel rapporto della Commissione, parlano chiaro: sebbene il Ticino si collochi sotto la media nazionale, i numeri assoluti di ricoveri coatti sono in crescita – da 577 nel 2016 a 781 nel 2023.

Particolarmente critico è il momento dell’esecuzione dei ricoveri: quasi la metà avviene di notte, un quarto nei weekend o nei giorni festivi, spesso in presenza di intossicazioni da alcol o sostanze, e frequentemente si tratta di primi episodi.

È inoltre opportuno ricordare un dato significativo: la maggior parte dei ricoveri coatti si conclude con un trasferimento alla Clinica psichiatrica cantonale. Questo evidenzia che, di fatto, il carico di gestione ricade principalmente su una struttura, che rischia di diventare un imbuto sistemico. Una ragione in più per investire in una rete territoriale più solida, capace di intercettare il disagio prima che sfoci nella crisi.

In questo quadro, comunque, il Consiglio di Stato ha già avviato alcune misure positive, tra cui:

  • L’attivazione del Home Treatment, che permette cure domiciliari intensive;
  • L’istituzione di un servizio di picchetto psichiatrico attivo 24/7, con tempi di intervento rapidi;
  • L’inserimento di figure di liaison psichiatrica nei pronto soccorso.

Tuttavia, come emerso in modo trasversale durante le audizioni condotte dalla Commissione, questi interventi – pur importanti – non bastano a colmare le lacune strutturali del sistema. Lo ribadiscono operatori sanitari, giuristi, associazioni di tutela dei pazienti come Pro Mente Sana e la stessa Commissione giuridica LASP, che ha rilevato che quasi il 40% dei certificati di ricovero coatto esaminati era privo di motivazioni sufficienti.

Secondo gli esperti le principali criticità che permangono in ambito di ricoveri coatti riguardano:

  • La compilazione affrettata e superficiale dei certificati;
  • La formazione inadeguata del personale nei pronto soccorso e nei contesti ambulatoriali;
  • La mancanza di spazi dedicati all’osservazione breve nei PS, per la valutazione temporanea dei casi acuti;
  • L’utilizzo automatizzato del ricovero coatto come scorciatoia nei momenti di crisi o pressione;
  • La carenza di personale specializzato, in particolare infermieri psichiatrici.

Questi problemi non sono solo tecnici, ma incidono profondamente sulla tutela dei diritti individuali. Come è stato sottolineato in audizione, l’improvvisazione nella gestione di un ricovero coatto può infliggere una doppia sofferenza: quella legata alla crisi psichica e quella derivante dal sentirsi ingiustamente privati della propria libertà.

Il Consiglio di Stato stesso, nel suo messaggio, ha ricordato che la coazione non deve mai diventare la via più semplice, ma deve rimanere una misura eccezionale, rigorosamente giustificata, proporzionata e temporanea. In questo senso, l’obiettivo condiviso è chiaro: ridurre il numero di ricoveri impropri per restituire centralità al paziente, alla sua libertà e alla qualità del percorso di cura.

Alla luce di ciò, la Commissione invita il Consiglio di Stato ad anticipare già da subito alcune delle sue stesse intenzioni future e ad attuare, in tempi brevi, le seguenti misure:

  1. Rafforzare la formazione specifica per i medici, in particolare quelli attivi nei pronto soccorso e i medici di famiglia, affinché siano in grado di gestire efficacemente le situazioni critiche evitando il ricorso immediato alla coercizione;
  2. Migliorare la qualità e la verifica dei certificati di ricovero coatto, attraverso controlli regolari e sistematici affidati alla Commissione giuridica LASP;
  3. Potenziare la collaborazione tra medicina somatica e psichiatrica, valutando l’introduzione di infermieri specializzati in salute mentale nei pronto soccorso per migliorare il triage e la gestione delle emergenze psichiatriche.

A queste, la Commissione chiede anche di:

  1. valutare la creazione presso i PS o in altre strutture idonee delle aree di osservazione breve per poter monitorare i pazienti per un periodo limitato (12-24 ore) prima di decidere un eventuale ricovero coatto, con particolare beneficio per i pazienti sotto l’effetto di alcol o altre sostanze; e
  2. Avviare una revisione della Legge sull’assistenza sociopsichiatrica, che oggi risulta superata da una realtà clinica e sociale in continua evoluzione;

È quindi con la richiesta di attuare queste ulteriori misure che la Commissione invita ad accogliere la mozione.

Giulia Petralli, granconsigliera