Arrocchino: nessun beneficio concreto per il Ticino
Grazie presidente, consiglieri e consigliera di stato, colleghe e colleghi,
Sono passati già 85 giorni dall’annuncio della proposta di arrocco da parte del domenicale leghista, ma in tutti questi giorni la Lega dei Ticinesi non è riuscita a spiegare quale fosse l’utilità politica e operativa per il Paese dell’arrocco, poi trasformato in arrocchino dal Consiglio di Stato. Anche nelle risposte del consiglio di stato di oggi non si intravvede quale possa essere il beneficio concreto per l’esecutivo cantonale e per il Cantone. Non sono stati menzionati progetti concreti per la realizzazione dei quali si rende necessario l’arrocchino. Insomma nessun interesse pubblico concreto. Se il cons. di stato Zali ha effettivamente in mente delle riforme per la magistratura poteva già da tempo condividere le sue proposte con il collega di partito Gobbi che le avrebbe fatte proprie senza necessitare uno scambio di competenze.
L’intento di questa sceneggiata estiva è evidente: accendere un poderoso fumogeno diversivo per nascondere i fallimenti del Governo a maggioranza relativa leghista: andava trovato il modo più o meno creativo una fumosa proposta per nascondere questo fallimento della Lega. Fallimento a cui dopo l’annuncio della proposta di arrocco si sono aggiunte strada facendo alcune perle comunicative da antologia già evocate oggi (inizio anno giudiziario e comunicazione ai dipendenti del DI) prima della decisione formale del Governo.
Dilettanti allo sbaraglio direbbe qualcuno. Uno strappo collegiale senza precedenti lo definirei io. Strappo collegiale che nonostante le scuse avrebbe indotto qualunque normale esecutivo a bocciare la proposta di arrocco senza alcuna concessione, sia per l’assenza di motivi polititici e gestionali sia per la disastrosa modalità di comunicazione scelta. Invece il CdS ha comunque concesso un mini arrocco.
Che la Lega difenda i suoi interessi è comprensibile ma che gli altri consiglieri di stato la assecondino mi sembra decisamente meno scontato. Viene infatti subito da chiedersi quali siano stati i ragionamenti di Christian Vitta, Raffaele de Rosa e Marina Carobbio che nonostante le decine di appelli, non da ultimo dai loro presidenti, ma pure dalle loro basi elettorali, hanno deciso di concedere comunque l’arrocchino di compromesso.
I tre consiglieri di Stato di PLR, CENTRO e PS sono quindi diventati per loro scelta attori dell’opera leghista. E qui non posso che chiedere ai diretti interessati, Vitta, De Rosa e Carobbio, il motivo di tanta generosità verso la campagna elettorale della lega dei Ticinesi.
Data l’inconsistenza contenutistica per il Paese dell’arrocchio e nonostante le rassicurazioni della consigliera di stato Carobbio il dubbio che il compromesso sia stato adottato per evitare strascichi interni, per evitare di deteriorare i rapporti tra i Consiglieri di Stato o peggio ancora per evitare ritorsioni su altri dossier rimane più che plausibile. Il Consiglio di Stato ha perso oggi una occasione per fugare questo dubbio sostanziando con vero contenuto la sua decisione.
Grazie