L’essenziale in breve

  • No a una falsa parità: obbligare le donne a prestare servizio quando svolgono già la maggior parte del lavoro di cura non retribuito, è ingiusto e cinico. La parità non si ottiene imponendo un ulteriore obbligo alle donne.
  • No all’«esercito prima di tutto»: l’iniziativa rafforza l’esercito e indebolisce il servizio civile. La libertà di scelta viene sacrificata.
  • No a una coercizione inutile: innumerevoli persone svolgono già oggi attività di volontariato. Piuttosto che obbligare, valorizziamo coloro che oggi si impegnano volontariamente e con convinzione.

Proposta ingiusta per le donne

Per noi Verdi, l’iniziativa Servizio Civico non tiene sufficientemente conto dell’attuale situazione sociale. Ad oggi, sono ancora le donne ad assumersi la maggior parte del lavoro di cura non retribuito. Inoltre, la parità di genere è lungi dall’essere raggiunta in molti altri settori. Obbligare le donne a prestare servizio civico con l’argomento della parità è quindi cinico e ipocrita.

Priorità all’esercito e indebolimento del servizio civile

Il progetto prevede una chiara gerarchia: l’esistenza dell’esercito e della protezione civile deve essere garantita, mentre il servizio civile non viene nemmeno menzionato. La libertà di scelta della popolazione viene quindi sacrificata. Il servizio civile viene nuovamente indebolito, mentre invece bisognerebbe incoraggiare maggiormente questo servizio utile alla comunità.

Riconoscimento anziché obbligo

Molte persone svolgono già oggi attività di volontariato. Questa realtà dovrebbe essere maggiormente riconosciuta. Noi Verdi vogliamo promuovere la motivazione intrinseca all’impegno civile, invece di introdurre un servizio civico obbligatorio per tutti, che servirebbe principalmente alle esigenze dell’esercito. La coercizione invece della volontarietà può inoltre avere un effetto negativo sulla promozione della coesione e del senso di responsabilità, contraddicendo così gli obiettivi dichiarati dell’iniziativa.

Il servizio civico obbligatorio è controverso anche dal punto di vista del diritto internazionale: è potenzialmente contrario al divieto di lavoro forzato, che prevede solo alcune eccezioni, come il servizio militare.