I dati svizzeri emersi lunedì dalla Statistica criminale di polizia 2021 evidenziano un numero “record” di 757 denunce per violenza carnale e di ulteriori 720 per coazione sessuale. Dati assolutamente allarmanti. Molti studi svizzeri e internazionali, tra cui quello del gfs Bern del 2019 sulla diffusione della violenza contro le donne in Svizzera, attestano infatti che il numero reale di stupri e coazione sessuale è di 10-12 volte superiore! A fronte delle 1477 denunce per violenze sessuali, nel 2021 in Svizzera si devono quindi stimare tra 14’500 e 18’000 casi effettivi, di cui oltre il 90% resta sommerso. Numeri sconcertanti, in aumento, e sempre troppo ignorati e trascurati: le violenze sessuali aumentano, le reazioni tardano.

“Dietro ad ognuna di quelle 1477 denunce, e di tutti gli abusi che non emergono, ci sono violenze che lasciano il segno per tutta la vita. Ogni vittima ha pieno diritto ad ottenere aiuto e protezione adeguati, perlomeno nelle modalità che già sarebbero previste e sancite dalla Convenzione di Istanbul e delle leggi federali.”   (Greta Gysin, Consigliera nazionale dei Verdi)

Già da 4 anni, dal 1° aprile 2018, è in vigore anche in Svizzera la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza di genere e la violenza domestica. Per molti aspetti, l’attuazione della Convenzione è di competenza cantonale, e in alcuni Cantoni ci sono da tempo misure efficienti e all’avanguardia, mentre in altri non se ne è neppure discusso. Il Ticino non è certo tra i pionieri, e per molti aspetti manca proprio la consapevolezza della gravità di alcune situazioni e della necessità di misure efficienti di sostegno e protezione.

“La Convenzione di Istanbul è fondamentale per migliorare in modo efficace e globale la lotta alla violenza. La Confederazione e i Cantoni possono e devono fare di più per mettere in atto in modo tempestivo, efficace e capillare gli strumenti e le risorse previste. 

Serve un cambiamento culturale ma anche un chiaro impegno istituzionale per promuovere questo cambiamento.”(Cristina Gardenghi)

Interventi parlamentari per contrastare la violenza:

Proprio per far emergere le differenze cantonali nell’attuazione di Istanbul, che implicano grandi disparità di trattamento e gravi lacune negli aiuti e nella protezione per le vittime, sono stati elaborati diversi atti parlamentari da esponenti dei Verdi a livello federale e cantonale.

Nell’ultima sessione federale, la Consigliera nazionale Greta Gysin ha depositato 7 interventi sulla violenza di genere e Istanbul, attorno a 3 assi principali: la prevenzione e la sensibilizzazione libera dal sessismo; la protezione dalla vittimizzazione secondaria e dalla mediatizzazione; lo sviluppo di un quadro normativo e di misure di sostegno per affrontare la violenza digitale. Prosegue poi l’impegno per la revisione del Codice Penale, che introduca finalmente il principio del consenso: “solo sì significa sì”.

Sulla sensibilizzazione e la prevenzione libera dal sessismo:

Un’interpellanza torna su una questione già aspramente criticata da più parti nel dicembre 2020: gli stereotipi e i pregiudizi sessisti e stigmatizzanti veicolati dalle immagini e dai testi diffusi dalla Conferenza di Prevenzione Svizzera della Criminalità (PSC). A livello federale i materiali ufficiali di riferimento per la prevenzione di violenze sessuali e di molestie in rete, sono fondati su un immaginario vetusto e fuorviante: 

“Consigliare alle vittime di aggressioni sessuali di ‘Urlare, tirare calci, mordere…’ non è un modo di fare prevenzione. È offensivo verso chi ha già subito abusi della massima gravità ed è fuorviante rispetto alle reali dinamiche della violenza. Questo è un esempio eclatante di quanto siano ancora radicati degli stereotipi che colpevolizzano le vittime invece che proteggerle.” (Greta Gysin)

Sulla violenza di genere in rete

Già nel 2011, anche la Convenzione di Istanbul ha formulato precisi impegni per la protezione dalle violenze di genere in rete, e pochi mesi fa il comitato internazionale che vigila sull’attuazione della Convenzione di Istanbul (GREVIO) ha pubblicato delle Raccomandazioni proprio sulla dimensione digitale della violenza di genere, con una lista di consigli concreti fondati su quanto fatto all’estero. Eppure la Confederazione ha fatto poco:

“La violenza sessista e sessuale online è un’emergenza virale, non solo in senso metaforico. 

Lo stalking, le minacce, le molestie sessuali nel mondo virtuale colpiscono e feriscono in modo assolutamente reale, chiunque e a qualunque età. Soprattutto tra giovani e adolescenti. Potevamo essere all’avanguardia e invece ci ritroviamo in estremo ritardo.” (Greta Gysin)

Un’interrogazione Verde anche a livello cantonale sullo stalking e altre minacce:

Come evidenzia la Convenzione di Istanbul, la violenza fondata sul genere ha molte facce e si produce in molti luoghi e situazioni diverse, anche al di fuori delle mura di casa o di una relazione. L’interrogazione della Granconsigliera Cristina Gardenghi chiede approfondimenti e interventi efficaci da parte del Consiglio di Stato per contrastare anche lo stalking e altri comportamenti simili.  

“Un esempio sono le molestie e i comportamenti persecutori (stalking) subiti da troppe donne nella loro vita quotidiana ma che non sono sufficientemente regolamentati a livello federale e cantonale. Eppure provocano reazioni psichiche e fisiche gravi come insicurezza, disagio, paura, disturbi del sonno e crisi di panico, che alla lunga si acuiscono e possono causare patologie gravi.”        (Cristina Gardenghi, Granconsigliera)