Durante l’ultimo weekend di settembre ha avuto luogo per la ventitreesima volta il Rally Ronde del Ticino, che ha visto sfrecciare sulle strade della Valcolla e della zona del Nara, in Val di Blenio, quasi 90 veicoli da corsa1 . Si tratta di una manifestazione automobilistica che ha già suscitato diverse critiche da parte di questo Parlamento. L’ultima volta nel 2018, quando un’interrogazione chiedeva lumi sulla procedura che aveva portato all’autorizzazione delle prove dell’edizione del 2017 nonostante il periodo critico per lo smog estivo e le misure di risanamento in vigore. Autorizzazione per altro giudicata inappropriata dal Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) in occasione dell’evasione di un ricorso.

Sappiamo ormai bene che oltre a comportare disagi importanti alla popolazione della regione interessata dalle gare (interi tratti di strada chiusi a qualsiasi tipo di traffico per la giornata, rumore, congestionamenti e parcheggi alla selvaggia dovuti all’affluenza di spettatrici e spettatori), questa manifestazione genera importanti impatti ambientali (immissione di grandi quantità di polveri fini, gas a effetto serra, rumore…) e rappresenta rischi concreti per l’incolumità degli stessi automobilisti, delle persone presenti nei pressi del tracciato, così come quella di animali domestici e da allevamento che possono inavvertitamente trovarsi sul percorso. Per far fronte a questi tipi di rischi, l’evento necessita di notevoli dispiegamenti di forze dell’ordine e di risorse paramediche.

Oltre a tutto ciò, competizioni motoristiche come il Rally Ronde del Ticino promuovono pratiche di guida pericolose, inquinanti e in completo contrasto con le norme di circolazione vigenti e i vari programmi di sensibilizzazione messi in atto per giovani conducenti. A seguito degli impegni presi nei confronti della popolazione per favorire l’avvento di una mobilità più sostenibile (vedi azione 15.1 all’obiettivo 15 del Programma di legislatura 2019-2023) e di tragici eventi accaduti sul nostro territorio proprio a causa di comportamenti di guida spericolati (vedi tragedia di Grancia dello scorso febbraio2 ), riteniamo che l’autorizzazione di gare di velocità con veicoli a motore su suolo pubblico, sebbene sia ammessa dalla Legge federale sulla circolazione stradale, non sia più compatibile con alcuni interessi pubblici preponderanti, come la protezione dell’ambiente e del clima e la tutela della sicurezza stradale.

Espresse queste considerazioni, chiediamo al Consiglio di Stato se:

  1. Intende, per i prossimi anni, -concedere l’autorizzazione per lo svolgimento di ulteriori edizioni del
    Rally Ronde del Ticino o di manifestazioni motoristiche simili?
  2. Se sì, come si pone di fronte alle problematiche che tale evento genera direttamente sul territorio?
    (disagi alla popolazione dovuti alla gara stessa o al traffico collaterale, impatto ambientale
    (emissione di gas serra, polveri fini, rumore, rifiuti…), rischi per popolazione e animali)
  3. Se sì, come giustifica la concessione di tale autorizzazione a fronte degli impegni presi nei confronti
    della popolazione in materia di protezione ambientale e climatica e di promozione della sicurezza
    stradale?

Cristina Gardenghi
Ay – Berardi – Biscossa – Bourgoin – Buri – Lepori C. – Lepori D. – Crivelli Barella – Dadò – Durisch – Ermotti-Lepori – Forini – Garbani Nerini – Ghisletta – Imelli –
La Mantia – Merlo – Mossi Nembrini – Noi – Pugno Ghirlanda – Quadranti – Riget – Schoenenberger – Seitz – Sirica – Stephani

Link interrogazione