Gentile presidente, consigliere di Stato, colleghe e colleghi,

Riassumendo:

nel 2019, contestualmente alla riforma per le imprese che ha sancito una riduzione delle imposte per le persone giuridiche che entrarà in vigore l’anno prossimo, la maggioranza aveva votato anche “lo spazio di manovra” per la presente riforma tributaria:

il messaggio proponeva un coefficiente del 98% e rappresentanti delle forze politiche che oggi sostengono la riforma hanno proposta una dimiuzione del coefficiente cantonale al 97% con la possibilità di scendere al 96% prima di tornare automaticamente alla sede naturale del 100%. Una diminuzione di imposte a tutte e tutti di 15 milioni circa per ogni punto % per un totale di 45/60 milioni per crere lo spazio di manovra per la riforma tributaria.

Poi abbiamo vissuto la pandemia, gli effetti di guerre e inflazione,

le proposte di sgravare i redditi alti rimane in agenda,

il deficit previsto per quest’anno aumenta,

mancano i contributi della banca nazionale,

peggiora il deficit previsto per i prossimi anni,

Anche il decreto morisoli ci ricorda che l’equilibrio dei conti entro il 2025 è da fare senza aggravio sui comuni e tagli a prestazioni alle fasce fragili,

ma il governo conferma le misure della riforma tributaria nel messaggio governativo e 

il governo presenta preventivo ‘24 e tagli contestuali con previsione nel ’25 dell’entrata del freno al disavanzo che suscitano reazione veementi di tutti i gruppi, movimenti e partiti: riassunto dicono “i tagli sono indecenti”. Pure Morisoli li definisce inauttuabili. Marchesi definisce vergonoso il non riconoscimento del rincaro.

Prevale il timore della reazione popolare al fatto che tutti avrebbero pagato gli sgravi ai ricchi e che i tagli non sarebbero stati popolari. Qui viene in soccorso, abbiamo sentito prima Bignasca che ne ha citato la paternità, Agustoni che prepara la ricetta dei tagli lineari delle aliquote per “neutralizzare” il moltiplicatore con un taglio lineare delle aliquote del 3%

Qui abbiamo la prima levata di scudi dei Comuni mai sentiti perché….”tanto loro se ne hanno bisogno aumentano il moltiplicatore”

Di conseguenza la riduzione dell’aliquota  del 1.667% con una proposta della sotto commissione della sotto commissione, che non viene messa in discussione malgrado la

seconda levata di scudi dei Comuni che anche solo con un taglio lineare del 1.667%,  a preventivi fatti, vedranno perdite milionarie non previste.

La commissione non ha considerato però opportuno incontrare i Comuni che lo hanno richiesto. 

Comuni che però non sono tranquilli. Infatti il municipio di Bellinzona oggi ha scritto ai deputati del bellinzonese invitandoli a respingere la riforma, in particolare per la riduzione lineare dell’aliquota, a causa delle “pesanti ripercussioni finanziarie sui bilanci comunali della “riforma fiscale”, così come scaturita dalle discussioni in seno alla Commissione della gestione. Una soluzione che non è stata discussa né tantomeno concordata con i Comuni.

Ai Comuni si chiede da un lato di prestare attenzione ai servizi di prossimità, di adoperarsi per lo sviluppo del proprio territorio, di fare in modo di assicurare equilibrio alla propria pianificazione finanziaria, salvo però poi mortificare con decisioni mai discusse né condivise ogni sforzo di agire in questo senso”

Noi Verdi aderiamo al rapporto di minoranza redatto da Ivo Durisch che ringraziamo, e che accetta le prime tre misure a favore dei cittadini comuni ma ne limita il suo impatto e respingiamo la deduzione per i redditi alti e il taglio lineare delle aliquote con la diminuzione del gettito a tutti i comuni, incluso taglio delle imposte alla fonte

Perché è troppo facile giustificare la riduzione delle imposte alle persone più ricche facendo finta di neutralizzare il ritorno del coefficiente alla sua sede naturale.

A rimetterci adesso sono i Comuni che devono far fronte alle minor entrate non previste tagliando servizi o aumentando il moltiplicatore comunale ( per chi è in tempo a farlo). Alla fine sono cittadine e cittadini a pagare, o con minor servizi o con l’aumento delle imposte, a tutti.

Sentire i discorsi da salvatori della Patria della maggioranza che vendono lo sgravio ai ricchi come una misura salva gettito e la neutralizzazione del moltiplicatore come un giusto gesto per non aumentare le imposte non cambia alle realtà dei fatti.

Questa riforma tributaria regala un panino alla popolazione e lo fa pagare ai Comuni. Ma l’obiettivo resto lo stesso: far pagare a tutte e a tutti il caviale da regalare ai ricchi.

E questo caviale costerà oltre 80 milioni di minor gettito ogni anno, che si aggiunge ai 200 milioni di minor gettito già votati da questo Gran Consiglio e riportati nel rapporto di minoranza.

Perché non bisogna nascondersi dietro a un dito. Parte delle misure discusse oggi non si sarebbero discusse se non per far ingoiare la pillola dello sgravio ai ricchi.

Milioni di minori servizi erogati da cantone e comuni in una situazione di crisi dove per ossequiare al pareggio di bilancio e scongiurare il freno al disavanzo dello Stato saranno fatti dei tagli dolorosi alle persone più fragili, riversando oneri anche ai Comuni.

Come detto nel rapporto di minoranza,

“questa riforma fiscale pone non solo un problema politico, ma anche etico oltre che morale. Si tratta di una questione di equità, di giustizia sociale e, fondamentalmente, di dignità umana. Una riforma che, se messa in relazione ai tagli alle prestazioni proposti con il Preventivo 2024, di fatto prevede la ridistribuzione delle risorse dai meno abbienti ai più facoltosi.”

Quindi, se questo parlamento non avrà il coraggio di bocciare il rapporto di maggioranza non ci resterà che sostenere il referendum.