Giù le mani dalle officine, ora come allora!
Oltre 10 anni sono passati dallo sciopero che come non mai ha saputo unire il Ticino a difesa dei propri lavoratori e delle proprie attività industriali e artigianali. In definitiva anche a difesa della propria dignità. A 10 anni da quella lotta, con la complicità di politici di diversi schieramenti, si è permesso di vanificare la forza contrattuale che le lavoratrici e i lavoratori e il Ticino tutto avevano saputo costruirsi. Oggi l’iniziativa rappresenta l’ultimo strumento per manifestare il nostro dissenso sul sacrificio di almeno 250 posti di lavoro nel nome di un progetto di cui si conosce poco. Ciò che invece appare certo è la volontà di trasformare l’attuale comparto delle officine in una zona a forte speculazione immobiliare concedendo per contro a cantone e comuni (in cambio di un pagamento complessivo di ben 180 milioni) le superfici meno pregiate.
I Verdi nutrono inoltre molte perplessità sul prospettato sacrificio di terreno agricolo nell’ambito del progetto di trasferimento delle Officine in una zona pregiata di avvicendamento colturale a Castione.
Approvando l’iniziativa si riuscirebbe nuovamente ad affermare il Ticino ed i ticinesi come persone fiere e determinate a battersi per lavoro, territorio e ambiente. Al contrario invece significherebbe poi prostrarsi ai piedi delle FFS per elemosinare dei posti di lavoro che saranno sicuramente molto minori degli attuali.
Lavorare la terra, lavorare con le mani in attività produttive reali non deve essere considerato in maniera superficiale. Il Ticino ed i ticinesi hanno necessità di poter lavorare anche in questi settori che purtroppo negli ultimi anni sono risultati sotto pressione e che spesso hanno portato gli addetti verso disoccupazione e assistenza.
Per tutti questi importanti motivi i Verdi invitano i ticinesi a sostenere il lavoro in Ticino e a votare sì all’iniziativa “giù le mani dall’officina”.