La crescita del numero di lupi

In Svizzera il lupo è e rimane un animale protetto. La sua riapparizione risale al 1995[1], con l’arrivo in Vallese di alcuni esemplari provenienti da popolazioni delle Alpi italo-francesi. Da allora, soprattutto a causa della progressiva ricostituzione delle popolazioni indigene di ungulati selvatici, le migrazioni spontanee verso il nostro territorio si sono fatte sempre più frequenti e nel 2012 si è formato il primo branco di lupi svizzero. Ad oggi, gli esperti stimano che sul territorio elvetico siano presenti più di 300 individui di lupo, ripartiti in più branchi stanziali e alcuni transfrontalieri[2]. La maggior parte dei branchi di lupi si situa nelle regioni più ricche di cervi, che sono le zone del Vallese, dei Grigioni e del Ticino.

Nel 2025 in Ticino è accertata la presenza di cinque branchi: Onsernone, Val Colla, Carvina, Lepontino e Gridone. Quest’ultimo identificato ad inizio 2025. Inoltre sono presenti sei coppie stabili, tre in più rispetto al 2024. I cuccioli di lupo nascono generalmente tra fine maggio ed inizio giugno e rimangono in tana o nei siti di “rendez-vous” per circa due o tre mesi. Per questa ragione, al momento non è ancora possibile stabilire quali branchi e/o coppie si siano riprodotti quest’anno. Sulla base del monitoraggio estensivo e dei dati genetici disponibili, la composizione attuale dei branchi è la seguente: Onsernone: tre adulti, Val Colla: due (forse tre) adulti; Carvina: due (forse tre) adulti; Lepontino: tre adulti, Gridone: quattro adulti. Ad eccezione del branco Lepontino si tratta di branchi transfrontalieri e di conseguenza non sono sempre presenti sul nostro territorio. A questi si aggiungono i dodici adulti che costituiscono le sei coppie citate, per un totale stimabile di circa 26-28 lupi adulti. Il numero complessivo sale potenzialmente di una decina di lupi adulti considerando anche alcuni individui nomadi o in dispersione dall’Italia o da Cantoni limitrofi, presenti in modo occasionale sul territorio cantonale e ardui da quantificare[3].

I benefici ecologici del lupo

Il lupo non è la sola specie selvatica in aumento nel nostro paese: anche le popolazioni di cervi, caprioli, cinghiali e altri ungulati sono in continua espansione, e ciò malgrado un incremento della pressione venatoria. La presenza massiccia di ungulati selvatici crea problemi importanti per l’ecosistema naturale e per le attività umane che ne sono strettamente dipendenti. La Federazione svizzera di selvicoltura[4] come pure diversi servizi forestali cantonali[5], denunciano la grave pressione della selvaggina sulle foreste, che rischiano sul lungo termine di non poter più svolgere le importanti funzioni di protezione, svago, produzione e supporto alla biodiversità. Non mancano poi gli esempi di danni procurati all’agricoltura e al settore vitivinicolo, ma anche a privati, dovute all’avvicinamento della selvaggina alle zone edificate e coltivate. Inoltre, l’aumento incontrollato degli effettivi di cervi, cinghiali, caprioli e altri ungulati crea più probabilità di comparsa di malattie e in generale popolazioni meno sane e vigorose a causa della scarsità di risorse e territorio.

La presenza del lupo nell’ecosistema ha una funzione regolatrice importante anche se a causa della complessità delle interazioni è ancora difficile quantificare gli effetti[6]. Grazie alla predazione di ungulati, ma anche di altre specie potenzialmente problematiche, il lupo contribuisce a tenerne sotto controllo le popolazioni e dunque a contenerne gli impatti. Ricerche svolte in Europa e negli USA[7] hanno evidenziato come i lupi mantengano le popolazioni di ungulati a densità compatibili con la capacità portante dell’ambiente e al ringiovanimento e la crescita del bosco, limitando anche i danni all’agricoltura derivanti dalla sovrabbondanza di queste specie e persino riducendo gli incidenti stradali causati da questi animali, apportando un vantaggio economico ben superiore alla perdita causata dai danni al bestiame.
Il controllo della popolazione di ungulati grazie alle predazioni sono state osservate anche nei Grigioni[8] e nello specifico nel massiccio del Calanda[9]. La presenza del lupo sul territorio è benefica anche per boschi e foreste, perché costringe gli ungulati a muoversi di continuo, impedendo loro di accanirsi su una certa area boschiva[10]. In questo modo si riducono i danni agli alberi dovuti alle rosure sulle cortecce e si permette il ripristino del processo naturale di ringiovanimento del bosco grazie all’avanzamento della crescita delle giovani piante.
Non sono ancora disponibili studi quantitativi a livello svizzero o ticinese anche perché gli effettivi di lupo sono in evoluzione e i benefici sono a volte indiretti, ma sulla base delle conoscenze attuali si può stimare che il contributo dato dal lupo al bosco di protezione non è (ancora) risolutivo ma sicuramente consistente e potrebbe avere potenzialmente un valore multimilionario, soprattutto in un contesto di mutamenti climatici dove da un lato gli eventi estremi diventano sempre più intensi e dall’altro la capacità di adattamento del bosco alle temperature più elevate e ai nuovi parassiti è messa a dura prova.

L’aumento dei conflitti con l’allevamento ovi-caprino

Nonostante il lupo si nutra preferibilmente di selvaggina, anche a causa dell’aumento del numero di individui, capita che attacchi anche animali domestici. Si tratta solitamente di bestie da reddito, in particolare di pecore e capre, soprattutto se incustodite[11]. Con l’aumento importante dei suoi effettivi durante gli ultimi anni, le predazioni di animali da reddito si sono fatte più frequenti, causando seri danni ai loro detentori e più in generale un conflitto con le attività di allevamento convenzionali e tradizionali soprattutto nelle regioni di montagna, che prevedono pratiche come il vago pascolo.

Per quanto riguarda il numero dei casi di predazione e il numero di capi uccisi dal lupo nel 2025 in Ticino (vedi tabella 1), in base ai dati aggiornati al 15 luglio 2025, risultano 23 casi di predazione attribuiti con certezza al lupo e ulteriori 16 episodi attualmente in fase di analisi con la possibilità di arrivare a 39 casi (per lo stesso periodo nel 2024 i casi erano 19, nel 2023 se ne sono contati 11 e nel 2022 erano 17). Gli animali morti accertati dal 1° gennaio 2025 fino al 15 luglio 2025 ammontano a 72 capi, tra ovini e caprini, con la possibilità che il totale salga a 122, qualora tutti i 16 casi in analisi venissero confermati come attacchi da lupo. Per lo stesso periodo, nel 2024 erano 38, nel 2023 se ne contavano 42 e nel 2022 erano 103. Il numero di capi predati nel 2025 supera di poco quelli del 2022, ma è maggiore rispetto al 2023 e al 2024. Si tratta del valore più elevato mai osservato in Ticino3. Si evidenzia che dei 23 casi di predazione accertati nel 2025, più i 16 in fase di analisi, circa la metà riguarda animali che erano proteggibili ma che di fatto non erano adeguatamente protetti, in particolare con recinzioni elettrificate (nel 2024 e nel 2023 questa percentuale era sempre attorno al 50% con rispettivamente 9 casi su 19 e 5 casi su 11, mentre nel 2022 erano oltre il 50% con 11 casi su 17). Per quanto riguarda il numero di capi uccisi, nel 2025 quelli che erano proteggibili ma non adeguatamente protetti sono stati 33 su 72, potenzialmente 45 su 120 a dipendenza del riscontro sulla proteggibilità (nel 2024 erano 13 capi su 38, nel 2023 erano 25 capi su 42 e nel 2022 erano 55 su 103)3.
Gli animali da reddito predati in situazioni in cui la protezione era possibile, ma non è stata adeguatamente attuata, non possono essere conteggiati né per il risarcimento dei danni né per il calcolo delle soglie di danno rilevante e necessarie a giustificare un’eventuale regolazione del lupo in applicazione dell’art 9b cpv 3 dell’Ordinanza sulla caccia (OCP)3.

La necessità di proteggere in modo adeguato gli animali da reddito con le misure di protezione riconosciute dall’Ufficio federale dell’ambiente, che sono l’impiego di cani da protezione delle greggi e le recinzioni elettrificate, diventa ancora più importante nelle aree prossime agli insediamenti, dove queste soluzioni tecniche sono più facilmente realizzabili.

 La regolazione e la legge federale

Le predazioni avvenute su animali non proteggibili con misure di protezione ragionevolmente esigibili oppure proteggibili ma non adeguatamente protetti, rappresentano la ragione per cui, ad oggi — diversamente da Cantoni come Grigioni e Vallese — in Ticino non si è ancora potuto entrare nel merito di una rimozione di uno o più branchi interi. Il diritto federale, in particolare gli artt. 4b cpv 3 lett b e 4b cpv 4 OCP, prevede che per valutare una rimozione di un branco è necessario che esso abbia predato e, dal febbraio 2025, in almeno due occasioni, animali (pecore o capre) adeguatamente protetti. Tali condizioni non si sono mai verificate in Ticino dall’entrata in vigore di questo dispositivo di legge (dal 2023 era sufficiente un unico evento). Considerando le dimensioni ridotte delle greggi, la conformazione del territorio, le misure di protezione adottate o adottabili a livello cantonale, il numero e il carattere transfrontaliero dei branchi accertati, non è comunque possibile effettuare dei confronti con altri Cantoni.
Restando nell’ambito della regolazione proattiva dei branchi di lupo, in Ticino finora è stato possibile attuare unicamente quella di base, che consente il prelievo fino ad un massimo di due terzi dei giovani dell’anno. Azioni tecnicamente complesse e vincolate a condizioni di tiro più severe rispetto ad una rimozione totale. Il carattere transfrontaliero di quattro dei cinque branchi presenti in Ticino, limita ulteriormente i margini di manovra ritenuto che qualsiasi azione su suolo italiano non è permessa e che la presenza degli animali su suolo cantonale non è costante 3.
Va comunque rilevato che, al di là delle oggettive difficoltà pratiche in una regione transfrontaliera come il Ticino (ucciso un lupo o un branco ne arriverà inevitabilmente un altro), la regolazione del lupo dovrebbe comunque rispondere esclusivamente a dei criteri scientifici sia nella definizione degli obiettivi che nella loro realizzazione tramite abbattimento, per evitare effetti indesiderati come osservato in alcune zone francesi in cui le predazioni sono aumentate nonostante la regolazione oppure per ridurre al minimo abbattimenti sbagliati come osservato in Vallese dove il 50% dei lupi abbattuti non erano quelli destinati alla regolazione. Questo presuppone un monitoraggio costante e capillare oltre che uno studio continuo degli spostamenti e dei comportamenti dei lupi e dei branchi.

Richiesta: necessari ulteriori aiuti al settore dell’allevamento ovi-caprino

Deve essere rimarcato che, nonostante la presenza del lupo sia ormai consolidata da diversi anni, le greggi su pascoli proteggibili sono ancora oggetto di predazione frequente: infatti con i dati attuali risulta che il 50% delle predazioni in Ticino nel 2025 riguarda capi di bestiame proteggibili. Questo fenomeno solleva alcune riflessioni sulle ragioni per cui alcuni allevatori potrebbero essere ancora riluttanti ad adottare tutte le misure di protezione disponibili. Oltre alle difficoltà legate all’implementazione di nuove modalità di allevamento, che possono risultare complesse da affrontare, occorre considerare anche l’aspetto economico. La situazione finanziaria del settore agricolo, infatti, è caratterizzata da una pressione al ribasso sui prezzi dei prodotti, fattore che può rappresentare un ostacolo significativo all’adozione di misure di protezione più efficaci.

A seguito della revisione della legge federale sulla caccia a partire dal febbraio 2025, la Confederazione ha ridisegnato il settore dei contributi per le misure di protezione (cani da protezione e altre misure) riducendo il contributo finanziario (dal 80 al 50%). La Confederazione sostiene ad esempio ora la detenzione e l’impiego di cani da protezione con contributi ridotti pari al 50%. La percentuale ammontava prima all’80%. I Cantoni sono quindi maggiormente autonomi ma devono garantire di poter coprire il disimpegno della Confederazione.

Considerando i dati delle predazioni su pascoli proteggibili, considerando l’impossibilità di arrestare totalmente la colonizzazione del territorio da parte del lupo malgrado una sua regolazione (dipendente da regole federali non sempre velocemente adattabili), ormai accettata da tutti, anche dalle principali associazioni di protezione della natura, e considerando l’importante ruolo che il lupo riveste nella regolazione dell’ecosistema, anche a vantaggio dell’essere umano (si stima che la presenza del lupo permetta risparmi milionari solamente per quanto riguarda la gestione del bosco di protezione e la relativa messa in sicurezza di abitati e infrastrutture), si ritiene che sia molto importante sostenere maggiormente il settore dell’allevamento nell’adozione di misure che ne diminuiscono la vulnerabilità nei confronti del grande predatore sul corto-medio e lungo termine. In questo senso un sostegno finanziario maggiore a favore del settore va visto come un investimento proficuo e duraturo.

I deputati sottoscriventi chiedono pertanto al Consiglio di Stato di mettere a disposizione un credito straordinario urgente di almeno 2’000’000 CHF, rinnovabile, per:

  1. Coprire interamente le spese per l’assunzione di pastori.
  2. Coprire interamente le spese per misure di protezione (recinti elettrificati, cani da protezione e relativi costi, uso collari a feromoni, rifugi mobili, …).
  3. Costituire o sostenere una squadra di consulenti adeguatamente formati pronta e a disposizione delle allevatrici e allevatori di bestiame minuto che permetta di fornire un aiuto concreto e operativo nell’ideazione e nell’implementazione di misure di protezione convenzionali e innovative adatte alle singole realtà e che possa fornire un supporto immediato nel caso di predazioni subite.
  4. Perfezionare il monitoraggio e lo studio della popolazione di lupi in Ticino.
  5. Sostenere progetti innovativi che mirano
    1. a sviluppare e ad applicare metodi dissuasivi per il lupo (ad esempio l’uso di proiettili di gomma o pepperball per spaventare lupi che si avvicinano troppo alle greggi)
    2. a promuovere iniziative di coinvolgimento attivo della popolazione nella sorveglianza degli alpeggi (vedi programma di eco-volontariato “Pastora Protect”, presentato dall’organizzazione per la protezione degli alpeggi svizzeri, OPPAL[1]).
  6. Promuovere progetti mirati che combinano misure di protezione a favore della pastorizia con il mandato dell’ufficio natura e paesaggio in aree di particolare pregio naturalistico.

L’accesso al credito per le misure menzionate deve essere il meno burocratico possibile e quindi di facile accesso.

Matteo Buzzi e Massimo Mobiglia

Samantha Bourgoin, Marco Noi, Giulia Petralli, Nara Valsangiacomo, Cristina Zanini-Barzaghi, Lisa Boscolo, Simona Buri, Sara Berretta-Piccoli

[1]    https://oppal.ch/

[1] https://www4.ti.ch/fileadmin/DT/temi/caccia/documenti/Scheda_Lupo.pdf

[2] https://www.kora.ch/it/specie/lupo/effettivi

[3] https://www4.ti.ch/tich/area-media/comunicati/dettaglio-comunicato/?NEWS_ID=253518#:~:text=Per%20quanto%20riguarda%20il%20numero,39%20casi%20(per%20lo%20stesso

[4] https://www.wsl.ch/fileadmin/user_upload/WSL/Mitarbeitende/bottero/wald_wild_verbund_waldbau_ch_endversion_it-2.pdf

[5] https://m4.ti.ch/fileadmin/DT/temi/forestali/piano_forestale_cantonale/documenti/B-ConcettoBosco-Selvaggina2016SintesiEMisure.pdf
https://www.boscosvizzero.ch/WaldSchweiz/01-verband/02-politik-und-positionen/positionspapiere/Positionspapier_Waldverjuengung_ITA_def.pdf

[6] https://www.dora.lib4ri.ch/wsl/islandora/object/wsl%3A5484/datastream/PDF/Kupferschmid-2016-Direkte%2C_indirekte_und_kombinierte_Effekte-%28published_version%29.pdf

[7] https://besjournals.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/2688-8319.70016https://link.springer.com/article/10.1007/s10021-018-0263-z, https://zslpublications.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/acv.12919,
https://link.springer.com/article/10.1007/s10344-024-01801-7

[8] https://www.gr.ch/DE/institutionen/verwaltung/diem/awn/dokumentenliste_afw/Wald_Wild_Situation_2025.pdf

[9] https://www.rsi.ch/info/ticino-grigioni-e-insubria/Il-lupo-salva-le-foreste–1034600.html

[10] https://www.rsi.ch/info/ticino-grigioni-e-insubria/Cervi-e-boschi-conflitto-che-il-lupo-pu%C3%B2-risolvere–2768202.html

[11] https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/4167.pdf