di Francesco Maggi, capogruppo dei Verdi in Gran Consiglio



Le vittime del Gottardo ormai non hanno nemmeno il diritto di dormire in pace. Neppure il tempo di annunciare il nuovo grave incidente sotto il tunnel del Gottardo che la vittima veniva già strumentalizzata dai fautori del raddoppio per portare acqua al loro mulino. In molti si sono spinti fino al punto di attribuire la responsabilità dell’accaduto direttamente ai Verdi, ‘sprezzanti della vita’. Non metto in dubbio che la prima reazione di pancia possa essere questa, d’altronde nessuno affronta il budello del San Gottardo senza un po’ di mal di pancia. Ma questi sono i sentimenti del momento, subito dopo dovrebbe entrare in funzione il cervello e quindi la ragione. Altrimenti i Verdi potrebbero giocare lo stesso squallido teatrino e accusare il Consiglio Federale, l’UDC, la Lega, il PLR e il PPD rei di mantenere alto il rischio di incidenti in quanto frenano l’applicazione dell’Iniziativa delle Alpi che ammette al massimo 600’000 autocarri sotto il Gottardo (oggi sono ancora ben più di un 1 milione), oppure, perché no, le case automobilistiche per aver istallato i dispositivi anticollisione solo sulle auto di lusso.

Il numero di camion determina la sicurezza

Chi accusa i Verdi parte dall’assunto che la doppia canna è più sicura in quanto elimina la possibilità di uno scontro frontale. Peccato che questo sia solo uno dei fattori in gioco tra i tanti: il numero di camion, le ore di riposo degli autisti, lo stato di manutenzione dei mezzi, le distanze di sicurezza, ecc… Anzi, lo studio dell’Upi (ufficio prevenzione infortuni), giunge alla conclusione che i benefici del raddoppio sulla sicurezza sono limitati e verrebbero annullati da un aumento modesto del traffico (il 3%). E’ quindi molto verosimile che già dopo un anno dall’apertura del secondo tubo il numero di vittime sotto il Gottardo tornerebbe quello di prima e in seguito si assisterebbe a un peggioramento! E avremo speso tre miliardi di franchi per nulla.
L’aumento del traffico, in particolare pesante, è quindi il vero elemento centrale della questione Gottardo. Non a caso i fautori del raddoppio continuano a ragionare come se il Gottardo fosse un elemento isolato dal resto della rete stradale. Ma così non è. Il raddoppio porterà a un aumento della capacità stradale a scapito della ferrovia, in particolare di AlpTransit, che aprirà tra meno di due anni. Da tempo gli autotrasportatori lombardi chiedono il raddoppio per non dover più aggirare la Svizzera via Brennero e Monte Bianco e tutta l’Europa spinge sul corridoio Genova-Rotterdam, via Gottardo. Non possiamo permetterci di ignorare questi fatti.
La sicurezza peggiorerà su tutto l’asse stradale tra Chiasso e Basilea, infatti la roulette russa non è attiva solo sotto il Gottardo. Ne sa qualcosa l’ignaro automobilista che il 25 giungo scorso sulla A2 all’altezza di Camorino è stato investito da un camion che ha ’saltato’ il guardrail. Lo stesso scenario se era verificato il 3 dicembre 2013 a Strengelbach (AG), per rimanere sull’A2. La lista degli incidenti e dei morti causati dai camion è lunga, basta una piccola ricerca su internet per rendersene conto, soprattutto in paesi come l’Italia dove le merci viaggiano in gran parte su strada e la corsa alla competitività obbliga gli autisti a turni estenuanti e a taglia le spese sulla manutenzione. E verso questo scenario che vogliamo andare?

Malus sì, bonus no?

Inoltre, sarebbe perlomeno carino da parte di chi attribuisce i morti del Gottardo ai Verdi, se oltre al malus riconoscessero anche il bonus. Infatti è solo grazie alle battaglie ambientaliste che oggi sul Gottardo transitano ‘solo’ un milione di camion, e dovrebbero essere 600’000 se il Consiglio Federale rispettasse l’Iniziativa delle Alpi. Senza tassa sul traffico pesante (aspramente combattuta) e con due canne al Gottardo i camion oggi sarebbero 1.3-1.4 milioni. Tra Chiasso e Basilea ci sarebbe in media un morto in più sulle strade, persone che sono vive e che non sanno che sarebbero morte ad opera di un camion se gli ambientalisti non avessero influenzato la politica svizzera delle merci favorendo la ferrovia. Senza contare i benefici sulla qualità dell’aria, con meno polveri fini e quindi meno malattie croniche e decessi.
Upi e Ufficio delle strade nazionali sono concordi, se si vuole migliorare ulteriormente la sicurezza sotto il San Gottardo bisogna ridurre il numero di camion. Ed è quello che da sempre chiedono i Verdi.
Per buona pace dei nostri avversari da ottobre raccoglieremo le firme contro il raddoppio. Ai cittadini svizzeri spetterà poi decidere tra i sentimenti (di pancia) e le ragioni.