Presidente,

Consiglieri di Stato, colleghe, colleghi,

vorrei cominciare con una metafora e per poi spiegare perché i verdi non sostengono il preventivo.

Immaginatevi una casa di diversi piani. Un palazzo. Nello scantinato si è sviluppato un incendio. Brucia ormai da tempo ma i pompieri sono all’opera.

C’è però panico generalizzato fra gli abitanti, gli inquilini. Soprattutto quelli dei piani interrati, vicini alle fiamme. Non riescono ad uscire. Non possono uscire. Bisogna quindi dotarli di speciali tute termiche che però sono difficili da reperire.

Non tutti sopportano le alte temperature, la mortalità potrebbe essere importante, ma si lavora alacremente.

Si alzano i cori anche degli inquilini dei piani alti, loro non sentono ancora il calore, a parte coloro che vivono sul lato della corte interna che vedono divampare le fiamme fino a metà palazzo.

In coro, gli abitanti dei piani alti del palazzo si oppongono all’utilizzo degli idranti speciali perché potrebbero minare la stabilità della costruzione proprio mentre le operazioni di salvataggio con elicottero sono in corso nei piani alti.

Dal fronte esterno ci sono problemi nel domare le fiamme. Gli estintori ad acqua sembrano peggiorare la situazione. Gli specialisti però sono all’opera per trovare altri estintori, si prova la schiuma, diversi tipi di schiume, sono usate le coperte antifiamma. Gli abitanti cercano di domare le fiamme con quanto hanno in dispensa, con il fai da te: c’è chi propone il bicarbonato ma per le temperature alte sarebbe meglio il sale che assorbe il calore… e sembra che non sia una bufala, utile da sapere per gli incendi in cucina…

Torniamo alla nostra metafora: i Pompieri lavorano alacremente, il lavoro dei pompieri sarà tantissimo e la fattura da pagare sarà salatissima. I danni della struttura sono già visibili ma la situazione potrebbe peggiorare visti i nuovi focolai divampati nel frattempo.

Si potrebbe pensare che la metafora descriva la crisi covid, gli abitanti dei piani interrati sono gli anziani, le persone a rischio colpevoli di vivere con più criticità o malattie croniche, le donne che hanno perso il lavoro. Gli abitanti dei piani alti affacciati sulla corte sono coloro che hanno solo una criticità o l’hanno avuta. Come chi, con grande sforzo di volontà ha seguito con successo una cura dimagrante e quindi adesso, non ha più la criticità che lo avrebbe relegato al piano- 2 e si sente fuori pericolo. Forse un po’ come il nostro presidente che con i suoi incauti commenti ha lasciato credere agli abitanti dei piani interrati che la loro vita fosse meno preziosa. Gli abitanti dei piani alti che protestano, potrebbero essere coloro che si lamentano che le misure Covid comportano troppe rinunce e che quindi bisogna lasciare il tutto alla responsabilità individuale.

Si potrebbe pensare che la metafora descriva la crisi climatica, gli abitanti dei piani interrati sono coloro che subiranno gli effetti della crisi (tutti noi), gli abitanti di luoghi più esposti alle manifestazioni metereologiche sempre più estreme, scoscendimenti, straripamenti, siccità, collasso della biodiversità. Gli abitanti dei piani alti affacciati sulla corte potrebbero essere coloro che ritengono che le misure deterrenti all’uso di combustibili fossili debbano essere prese dagli altri.

La metafora descrive il preventivo 2021, e quindi un mix della pandemia Covid e dell’emergenza climatica, gli abitanti dei piani interrati sono le persone e le imprese in difficoltà, le persone a rischio, colpevoli di essere donna, di non rientrare a pieno fra le categorie scelte per essere salvate. Gli abitanti dei piani alti affacciati sulla corte sono coloro che chiedono di non aumentare le imposte, anzi bisogna abbassarle. Coloro che si sono impegnati negli anni a varare delle riforme fiscali che hanno sgravato le aziende dello stesso importo di gettito che si voleva salvare, quindi risultato zero. Sono coloro che non è vero che le imprese pagano male e poi queste fanno ricorso al tribunale federale contro il salario minimo.

Gli abitanti dei piani alti che protestano, potrebbero essere coloro che invece di pensare a spegnere l’incendio tutti insieme e insieme lavorare a costruire abitazioni più sicure, ricattano dicendo che parteciperanno allo spegnimento solo alle loro condizioni.

Per il preventivo: i verdi non sostengono il preventivo ma non lo hanno fatto neppure lo scorso anno. La nostra posizione è dovuta al fatto che riteniamo che il Governo non si sia dotato di strumenti ancora abbastanza chiari per poter orientare in modo efficace e trasparente il proprio lavoro, per orientare le proprie attività per far fronte alle sfide dei nostri tempi e quindi agire con maggiore sostenibilità, ambientale, sociale e anche economica. Tenendo però conto della popolazione, tutta la popolazione.

Leggendo il preventivo si è capito subito che non conteneva soluzioni in prospettiva, comprensibile, riprendendo la metafora perché i danni non sono ancora chiari, non si può ancora pensare chiaramente a bocce ferme.

Anche se in certi ambiti si sta lavorando bene, usando investimenti e budget corrente anche per creare lavoro nostrano, guidando l’economia fuori dal fossile.

Per il bene e la tranquillità del Paese in questo momento di disorientamento e sofferenza ci vorrebbe concordanza. Ma secondo noi, acetare un preventivo senza tracciare una via da percorrere, pur provvisoria che sia, porta i partiti, anche quelli che hanno firmato il preventivo, a dilaniarsi – oggi ne siamo testimoni diretti. E quindi, per riprendere la metafora dell’incendio, questa è l’ora per definire insieme un nuovo sistema di management (anche) per gestire le “avversità”, capace di lavorare istallando gli allarmi necessari, che ci possano guidare nel prendere le giuste decisioni, mantenendo il necessario sangue freddo.

Grazie

Samantha Bourgoin, deputata in Gran Consiglio Verdi del Ticino