Alla luce della nuova riduzione della rimunerazione da parte dell’Azienda Elettrica Ticinese (da 8.5 cts/kWh del 2023 ai 6.5 del primo semestre 2024) I Verdi ritengono urgente intervenire sulle tariffe minime troppo basse per l’elettricità prodotta da impianti solari. L’ammontare di 4.7 cts/kWh messo in consultazione dalla Confederazione con la proposta di ordinanza di applicazione della legge elettricità è senza dubbio troppo basso in quanto è stata basato su una considerazione limitata a soli tre impianti di riferimento. I fattori utilizzati per determinare la rimunerazione minima sono però quelli rilevanti. Tuttavia, è necessario un approccio più differenziato che rifletta la diversità degli impianti effettivamente esistenti. Ad esempio, i costi di installazione per chilowatt variano enormemente tra impianti piccoli e grandi, e l’invecchiamento non ha lo stesso effetto su tutti gli impianti. Anche la percentuale di autoconsumo e la tariffa elettrica locale effettiva variano notevolmente. L’intento principale della legge elettricità è quello di accelerare l’espansione delle energie rinnovabili. Il Parlamento ha addirittura fissato obiettivi più ambiziosi del Consiglio Federale. Anche l’ordinanza sull’attuazione deve quindi basarsi su questi principi. Secondo i Verdi, però la proposta di attuazione della remunerazione minima per il fotovoltaico non corrisponde alla garanzia di ammortamento voluta dal legislatore. L’obiettivo della remunerazione minima per il fotovoltaico deve essere quello di migliorare la pianificazione e la sicurezza degli investimenti. Con l’istallazione del fotovoltaico su ca. il 10% degli edifici si stima che il segmento degli «early adopters» e dei pionieri della transizione energetica, disposti a pagare di più, probabilmente si esaurirà presto. In futuro sarà quindi necessario raggiungere nuovi gruppi di proprietari per i quali gli incentivi economici saranno più importanti. Inoltre, anche i proprietari di un impianto esistente hanno diritto a un’equa remunerazione. Alcuni di loro non hanno ancora coperto i loro costi negli ultimi 20 anni. Inoltre, finora gli impianti solari sono stati ottimizzati principalmente per l’autoconsumo e le superfici dei tetti sono quindi raramente sfruttate appieno. Questo effetto indesiderato ritarda e aumenta i costi della transizione energetica e comporta anche un aumento del fabbisogno di spazio. È quindi ancora più importante che la remunerazione minima garantisca che anche gli impianti a basso autoconsumo possano essere ammortizzati. La rimunerazione minima dovrà quindi essere compresa tra 8 e 12 cts/kWh.