Mense scolastiche sostenibili: un’occasione persa
Mense scolastiche – Trattanda 6 intervento da mozionante da parte di Giulia Petralli
Il cibo, oltre al puro sostentamento, è strettamente legato al piacere, alla cultura e alle tradizioni. Tuttavia, ogni fase della sua produzione – dall’agricoltura alla lavorazione, dal confezionamento, alla distribuzione e al consumo – ha un impatto sull’ambiente, sia localmente che a livello globale. Impattante è anche lo spreco di cibo, considerato che questo, solo in Svizzera, ammonta a circa 2,8 milioni di tonnellate all’anno.
I principali problemi ambientali associati al settore alimentare comprendono le emissioni di gas serra, l’immissione di azoto e fertilizzanti, l’uso spropositato di acqua e suoli. Anche in Svizzera, l’alimentazione è tra i settori dei consumi e della produzione con il maggiore impatto sull’ambiente.
Generalmente, l’impatto ambientale di una derrata alimentare aumenta con ogni fase di lavorazione e/o di trasporto, dato che questi processi comportano il consumo di risorse e le corrispondenti emissioni.
In particolare, la produzione di alimenti di origine animale è tra le più impattanti per l’ambiente, principalmente per l’alto consumo di risorse ed energia richiesti sia per l’allevamento del bestiame che per la coltivazione dei mangimi.
Laddove la sensibilità e l’etica verso il consumo di carne rimangono una scelta individuale, i danni e le conseguenze di un suo consumo eccessivo è affare comune (e anche individuale se consideriamo l’impatto sulla salute).
In tal senso, un’alimentazione equilibrata, fondata su una maggiore quantità di alimenti locali e vegetali, provenienti da un’agricoltura adattata alle condizioni stagionali, rispettosa dell’ambiente e della biodiversità, può contribuire a ridurre notevolmente l’impatto ambientale delle nostre scelte alimentari.
Per esempio, già solo un consumo modico di carne (con quindi circa 300g di carne alla settimana) può ridurre di un quinto l’impatto ambientale della propria alimentazione.
Per entrare ora nel merito della mozione di Cristina Gardenghi, è necessaria prima una premessa fondamentale: la volontà delle richieste formulate non è assolutamente quella di imporre un certo tipo di alimentazione e nemmeno di colpevolizzare nessuno. L’intento è quello di permettere, da una parte attraverso la Scuola, di sensibilizzare maggiormente i ragazzi e le ragazze sull’impatto e sulla qualità della nostra alimentazione, in tutte le sue fasi. Dall’altra parte, invece, attraverso le mense scolastiche, l’obiettivo è quello di mettere in pratica la possibilità di nutrirsi di quanto appreso in termini di varietà, equilibrio e nutrienti del cibo, sapendo poi che ognuno è libero di fare le proprie scelte.
Le 9 richieste della mozione spaziano su vari temi. Dalla creazione di momenti formativi e di sensibilizzazione che accompagnino allieve e allievi nell’acquisizione di una maggiore consapevolezza riguardo all’impatto e alla qualità della nostra dieta. O ancora, ispirandosi a quanto già avviene in molte mense universitarie Svizzere, contrassegnando i menù attraverso un’etichetta di sostenibilità. Oppure supportando le mense scolastiche nel valorizzare ancora di più un’agricoltura locale e biologica, dove e quando possibile. Inoltre, si chiede di garantire che in tutte le mense di scuola media ci sia un’alterativa vegetariana o vegana al piatto unico proposto e che in quelle del post-obbligatorio almeno un giorno a settimana sia senza carne né pesce. Infine, si chiede di prevedere che gli avanzi giornalieri delle mense scolastiche cantonali vengano distribuiti sotto forma gratuita o a prezzo ridotto tra gli studenti e i funzionari a fine giornata.
È pur vero, che da quando la mozione è stata depositata alcuni ulteriori passi nella direzione auspicata sono stati fatti e altri verranno compiuti automaticamente in futuro al di là della politica; penso per esempio alla cartellonistica “Oggi Restò un po’ più sostenibile” o alla prospettata collaborazione con too good to go, una realtà già consolidata in alcune mense dell’infanzia.
Ma, come esplicitato nel rapporto di minoranza di Nara Valsangiacomo, che ringrazio, la mozione non può ancora ritenersi evasa in tutti i suoi punti. Per quanto infatti gli sforzi intrapresi dall’Ufficio della refezione e dei trasporti scolastici, dalle mense e da Fourchette Verte, siano apprezzabili, qualcosa in più ancora può e deve essere fatto da parte della Scuola e delle mense.
In questo senso le proposte formulate nel rapporto di minoranza, seppure minime rispetto a quanto richiesto dall’intera mozione, sono più che necessarie e accettabili. Discutere e sensibilizzare maggiormente sull’impatto trasversale della nostra dieta è fondamentale per un maggior rispetto verso un’alimentazione sana, equilibrata e vicina al territorio. Fondamentale è ricordare ancora che il cibo ha grandi impatti anche sulla nostra salute e che spesso un cibo sano ed equilibrato non rientra nei ristretti budget di molte famiglie.
Peccato però che anche di fronte alle piccole richieste del rapporto di minoranza, l’inazione politica porti ancora il cantone Ticino a procedere a passo di lumaca e nemmeno a volerne discutere seriamente oggi in Parlamento.