VERDI IN PARLAMENTO – Prati verdi o prati fioriti? Francesco Maggi non ha dubbi su cosa sia meglio per la biodiversità (e quindi per noi). Per questo oggi ha interrogato il Governo e chiesto la certificazione Natura & Economia di tutte le superfici verdi degli stabili cantonali. Se sono fiori fioriranno…


Bellinzona, via Zorzi, lato sud

Bellinzona, via Zorzi, lato sud


Bellinzona, via Zorzi lato nord

Bellinzona, via Zorzi lato nord


Zurigo, zona Letten

Zurigo, zona Letten


Estremadura, Spagna

Estremadura, Spagna

Interrogazione: “Ma lo stato non dovrebbe promuovere la biodiversità?”

Il futuro dell’umanità è legato alle risposte che saprà dare a una serie di emergenze planetarie. Tra queste figura a pieno titolo la scomparsa delle specie. Per rispondere a questa emergenza, nel 1992 a Rio de Janeiro fu sottoscritta la Convenzione sulla diversità biologica, ratificata a oggi da 193 paesi. Tra questi anche la Svizzera. Per maggiori informazioni: http://www.cbd.int

Per implementare la Convenzione, la Svizzera si è dotata di un sistema di monitoraggio della biodiversità e di una strategia. Purtroppo il sito web del monitoraggio non è ancora implementato in lingua italiana. Forse un indice dello scarso interesse cantonale sul tema?

Anche per il Canton Ticino la conservazione della biodiversità sembrerebbe rivestire un ruolo importante. A riguardo si consulti le pagine web dell’Ufficio natura e paesaggio e della Sezione forestale.

Anche in ambito urbano la conservazione della biodiversità riveste un ruolo importante, soprattutto in un paese come la Svizzera dove quasi il 75% della popolazione vive negli agglomerati e la cementificazione del territorio procede a ritmi insostenibili (ogni anno va persa una superficie paragonabile a quella del lago di Brienz).

Sono molte le iniziative prese dai cantoni, dai comuni e dai privati per favorire la biodiversità in ambito urbano, soprattutto in Svizzera interna.

La Fondazione Natura & Economia è da tempo attiva per promuovere progetti presso le aziende e gli spazi verdi pubblici e offrire un’adeguata consulenza. La fondazione è attiva anche in Ticino, ma ancora poco conosciuta. Il sito web della fondazione (http://www.natureeteconomie.ch) è solo in tedesco e francese. Un secondo preoccupante segnale di scarso interesse?

Siccome lo Stato è tenuto a dare il buon esempio, è lecito attendersi una sensibilità nei confronti della biodiversità sui propri sedimi. Se poi teniamo conto anche degli aspetti economici, sempre di grande attualità, la gestione estensiva e prossima a quella naturale degli spazi verdi si rivela decisamente meno onerosa dei classici prati verdi, che richiedono tagli regolari e grandi quantitativi di acqua e concimi.

Stupisce pertanto vedere la sistemazione degli spazi esterni del nuovo stabile del Dipartimento del Territorio in via Zorzi, dove la biodiversità non è certo di casa. Lo si guardi da Nord o lo si guardi da Sud è un unico grande deserto. E non si tratta dell’unico esempio, anzi, sembrerebbe la prassi adottata dalla sezione logistica per tutti gli stabili del Cantone; salvo lodevoli eccezioni dove l’iniziativa è venuta dal basso, come ad esempio al Liceo 2 di Lugano, alle SM di Barbengo e il Consorzio di depurazione delle acque di Locarno e dintorni (certificato dalla fondazione Natura & Economia).

Sulla base di queste considerazioni, i deputati dei Verdi chiedono al Consiglio di Stato:

  1. Come mai la sistemazione degli spazi verdi degli stabili del Cantone non tiene in nessuna considerazione la Convenzione sulla biodiversità e la sua implementazione a livello locale?
     
  2. Quanto costa annualmente la gestione degli spazi verdi intensivi del nuovo stabile amministrativo 3 (compreso il consumo di acqua e di concimi)?
     
  3. Non ritiene il Consiglio di Stato che sia urgente rivedere la gestione degli spazi verdi di proprietà del Cantone per renderla coerente con i propri obiettivi di tutela della biodiversità e di far certificare gli spazi dalla Fondazione Natura & Economia?
     

Francesco Maggi, per il gruppo dei Verdi