Secondo il rapporto sociale sulla povertà in Ticino, nel nostro Cantone più di 20’000 persone vivono in condizioni di povertà, e la situazione potrebbe essere significativamente peggiore senza il sostegno degli aiuti sociali, che hanno ridotto la povertà reddituale assoluta dal 14,6% al 7,2%.

Analizzando i dati per tipo di nucleo familiare, emerge anche che gli adulti soli con figli mostrano tassi più alti di povertà assoluta e di povertà combinata a un’assenza di patrimonio netto (sufficiente quindi a coprire il minimo vitale sociale per tre mesi, in caso di mancanza di reddito), oltre a un’intensità e una persistenza della povertà più elevate. In questo caso, le prestazioni sociali hanno avuto un impatto percentualmente minore nel ridurre la povertà. Indice questo, che forse effettivamente qualcosa nell’attuale sistema delle prestazioni sociali in ambito di famiglie con figli a carico deve essere migliorato.

La povertà infantile è purtroppo una componente importante della povertà in Ticino. I bambini e le bambine che vivono in condizioni di povertà affrontano privazioni che spesso influenzano molti aspetti della loro vita, dall’istruzione alla salute, dall’alimentazione all’inclusione sociale. Gli effetti della povertà tendono spesso anche a prolungarsi nel tempo, aumentando le probabilità che i figli rimangano in uno stato di povertà anche in età adulta. Ciò rappresenta un costo sociale inestimabile, che supera largamente i 15 milioni annui dell’iniziativa.

La disoccupazione o il lavoro precario dei genitori, l’incapacità degli stessi di gestire il denaro, l’instabilità famigliare, o ancora, politiche sociali insufficienti sono tutte possibili cause che hanno delle importanti conseguenze sulla crescita e lo sviluppo dei bambini e delle bambine. Senza che loro ne abbiano colpa alcuna.

L’iniziativa in discussione, con cui si riconoscono comunque tutte le migliorie che sono state apportate al sistema della LAPS nel corso degli anni, ha l’obiettivo di istituire un ulteriore sostegno per spezzare la catena della povertà delle famiglie con minori. In tal senso, seguendo l’esempio già approvato nel Cantone di Friborgo, la richiesta di prolungare il diritto ad un’unica prestazione complementare familiare sul modello degli API per tutte le famiglie con figli fino ai 15 anni, può essere un nuovo importante sostegno da valutare e poi implementare per le famiglie in difficoltà.

L’auspicio è però che nell’elaborare il nuovo progetto possano anche essere messi in pratica dei correttivi puntuali all’attuale sistema di ricorso delle prestazioni API. Per esempio, rendendo più universale l’accesso all’assegno di prima infanzia rispetto ad alcuni criteri ancora troppo restrittivi imposti oggi.

Inoltre, l’attuale sistema dei redditi e degli alimenti ipotetici non garantisce a tutti i minori gli stessi diritti, poiché alcune famiglie sono chiamate a ricorrere all’assistenza nonostante le altre prestazioni, ritrovandosi in una condizione di partenza diversa e peggiore rispetto ad altre. Ciò di fatto, implica che le difficoltà di alcune famiglie vadano a penalizzare anche l’integrazione sociale dei figli come, ad esempio, la partecipazione a colonie o ad altre esperienze extrascolastiche che hanno un costo non indifferente per coloro che sono al beneficio dell’USSI.

Con l’auspicio che anche queste iniquità possano essere frutto di correttivi, il gruppo dei Verdi appoggerà il rapporto di minoranza per togliere dalla povertà e dall’assistenza tutte le famiglie con minori e dare a quest’ultimi un futuro.