Cara presidente, stimato consigliero di stato, care colleghe e colleghi,

È parere piuttosto condiviso che le attuali tasse di circolazione in Ticino sono tra le più alte della Svizzera, soprattutto per quanto riguarda le auto di lusso. Per definire la strategia sulla tassa di circolazione la politica non dovrebbe però orientarsi alle gamme di nicchia accessibile solo a pochi oppure lanciarsi come nel fisco in una sfrenata concorrenza intercantonale, nemmeno è auspicabile affrontare la tematica semplicemente in termini propagandistici e populistici come fatto dal PPD con i suoi interventi qui in sala.

L’iniziativa facendo leva su una tassa effettivamente piuttosto elevata sdogana poi un sistema per definirne il suo ammontare  non  equo, per nulla sociale e alla fine nemmeno completamente ecologico perché anche l’usura delle strade è un elemento ecologico da considerare perché maggiore usura significa maggiore risanamento e quindi maggiore uso di risorse. È piuttosto incomprensibile il perché si voglia cercare di far passare un concetto in cui una potente e pesante auto elettrica paghi di meno o uguale di una utilitaria leggera a basso consumo magari ibrida o anch’essa elettrica.

La foga populista ha probabilmente impedito a PPD in primis, ma poi anche a LEGA e UDC di ragionare compiutamente sulla questione. Siamo però ancora in tempo per rimediare alla svista.
Il secondo rapporto di minoranza infatti presenta una formula di calcolo più ragionata, equa e che prevede anche delle compensazioni sociali legate all’abbonamento arcobaleno per le fasce meno abbienti. Qui viene usato il  parametro del sussidio di cassa malati di cui beneficiano oltre 70’000 abitanti in Ticino e ci si rivolge anche a buona parte del ceto medio-basso.

Se diamo però uno sguardo più ampio alla problematica riteniamo che l’uso delle nostre strade debba essere maggiormente considerato con delle modalità causali quindi direttamente dipendenti da quanti km effettivamente si percorrono, inquinando, consumando il manto stradale, occupando il prezioso spazio pubblico, piuttosto che su una tassa annuale indipendente dall’utilizzo che se ne fa del mezzo motorizzato privato. Indirettamente lo si fa oggi con le tasse sui carburanti fossili, ma visto lo spostamento verso la mobilità elettrica bisognerà in futuro probabilmente pensare ad un nuovo sistema.

Uno di questi sistemi alternativi e causali è il mobility pricing.

Evidentemente il mobility pricing dovrà essere accompagnato, da un lato da delle ponderazioni a dipendenza della disponibilità di mezzi pubblici per non svantaggiare le regioni più periferiche, e dall’altro potrebbe anche essere accompagnato da qualche fattore che consideri la variabilità di domanda di mobilità all’interno della giornata, per ridurre gli ingorghi. Il sistema di mobility pricing potrà stimolare il telelavoro che molti hanno potuto apprezzare durante la pandemia, potrà essere applicato anche ai frontalieri facendo finalmente felice anche la lega, e permetterebbe anche di tenere maggiormente in considerazione quei costi della mobilità definiti esterni, causati dai danni in relazione all’ambiente, agli incidenti e alla salute, che vengono sopportati da terzi, dalla collettività o dalle future generazioni. Per il 2018 i costi esterni dei trasporti ammontano per la Svizzera a 13,7 miliardi di franchi. I benefici procurati dalla mobilità dolce ammontano invece a ben 1,4 miliardi di franchi.

Quindi idealmente bisognerebbe abbassare le tasse di circolazione cantonali ad un minimo e introdurre un mobility pricing nazionale generalizzato. Speriamo quindi che a livello federale si vada in questa direzione.

Purtroppo NON siamo ancora qui e quindi la riduzione degli introiti delle imposte di circolazione deve essere complessivamente sostenibile per la popolazione, soprattutto in questi tempi di rincaro doloroso. In questo senso orientare una parte degli introiti verso un contributo dell’abbonamento arcobaleno per le fasce meno abbienti porterà dei benefici sociali diretti a chi ne ha effettivamente bisogno.  Potremo inoltre aiutare le cittadine e i cittadini nel diventare progressivamente anche utilizzatori dei trasporti pubblici e quindi protagonisti attivi della transizione energetica.

Perché è inutile, come chiede il PLR, gridare alle minori entrate per le casse dello Stato, quando sappiamo che proprio quei milioni di differenza il PLR sembra che li vorrebbe usare per una manovra fiscale a favore delle persone che hanno un reddito superiore ai 350’000 franchi. A noi non sembra proprio una priorità!

Per tutte queste considerazioni il gruppo dei Verdi invita a bocciare con convinzione il rapporto di maggioranza e a sostenere il secondo rapporto di minoranza e il relativo contropogetto.

Matteo Buzzi