Grazie vicepresidente, caro consigliere di Stato, care colleghe e cari colleghi,

Sul preventivo del dipartimento del Territorio mi esprimerò con alcune riflessioni sparse.

Il tema del momento è sicuramente la transizione ecologica verso le energie rinnovabili, fondamentale per affrontare i mutamenti climatici e ridurre la nostra dipendenza dall’estero. La crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina ha mostrato la nostra vulnerabilità e ha messo in evidenza il grosso ritardo accumulato. L’esplosione dei prezzi dell’elettricità sul mercato ha dato però quella svolta che avremmo dovuto fare già prima grazie e soprattutto all’impulso dello Stato. Alla luce dello sviluppo del fotovoltaico nel 2021 e soprattutto del boom di quest’anno è evidente che il PEC del 2013 è già stato in pratica superato dagli eventi. Avevamo quindi visto giusto criticandone a suo tempo gli obiettivi poco ambiziosi sul fotovoltaico.

Ricordo che il potenziale solare in Ticino permetterebbe di produrre almeno l’equivalente dei consumi totali annuali elettrici cantonali. Auspichiamo quindi che il nuovo piano energetico cantonale e piano climatico possa essere ben più ambizioso e possa permettere di contribuire ad una decarbonizzazione più rapida del nostro cantone. E speriamo che il nuovo PEC arrivi prestissimo senza ulteriori inspiegabili ritardi. Il piano dovrebbe permetterci di posizionare il Ticino quale Cantone faro nel produrre molta più energia di quella che utilizzerà, in modo da contribuire attivamente anche alla transizione energetica nazionale. Un piano energetico Cantonale ambizioso necessita anche di obiettivi intermedi da raggiungere. In questo senso, analogamente alle concentrazioni di inquinanti, per poter fare una valutazione più completa andrebbero inseriti a preventivo e a consuntivo anche dei criteri energetici sullo sviluppo delle energie rinnovabili, criteri basati sui consumi energetici e sulle emissioni di CO2. Anche una coordinazione di tutte le politiche con effetti  sul clima sarebbe da migliorare, ogni messaggio che esce dal Consiglio di Stato dovrebbe avere una valutazione del suo impatto ambientale, come credo abbia deciso questo GC.

Una transizione energetica rapida implica anche una rapida implementazione delle decisioni del Gran Consiglio, come quella della revisione della legge energia votata nel maggio 2021. E` poco comprensibile che a più di un anno e mezzo dalla decisione di questo parlamento non ci sia ancora un regolamento di applicazione in vigore. Anche l’annunciato messaggio sui temi energetici, che dovrebbe raccogliere tutta una serie di proposte arrivate anche dal Gran Consiglio, sembra tardare ad arrivare. Questa preoccupante lentezza di azione sembra esser stata in parte riconosciuta con questo preventivo che prevede finalmente un rafforzamento degli effettivi di personale. Possiamo solo auspicare che questa lenta velocità di crociera possa quindi essere dal 2023 solo un lontano ricordo. Vista l’importanza del tema anche in prospettiva futura pensiamo che nel campo energetico e climatico non si debba applicare la logica del risparmio o del contenimento della spesa. Si tratta infatti di investimenti fondamentali che non possono essere procrastinati e che garantiranno al cantone dei benefici ambientali ma soprattutto anche economici sia sottoforma di energia locale a prezzi contenuti che sottoforma di lavoro per le nostre aziende locali. L’attuale situazione energetica ha mostrato quanto sarebbe stato importante aver agito con maggiore celerità in passato. Ogni franco investito nella protezione del clima permetterà di ridurre i costi di adattamento e dei danni climatici che negli scenari peggiori potrebbero essere anche piuttosto ingenti. Per questo crediamo che si poteva con questo preventivo essere ben più coraggiosi.

Nel campo della mobilità dopo gli importanti investimenti nell’infrastruttura e nel potenziamento del mezzo pubblico ora bisogna capitalizzare gli investimenti cercando di mettere le priorità sulla mobilità collettiva. Purtroppo nel quadro di Polume seguendo a ruota le follie di USTRA come pure nei piani di agglomerato si stenta a veramente porre le priorità di intervento. Bisogna certamente spostare ancora più utenti sul mezzo pubblico e sulla mobilità lenta. I progetti di infrastrutture ciclabili devono avere la priorità. Colgo l›occasione a questo proposito per chiedere al Consigliere di Stato Zali come si intende procedere con il ponte Spada, progetto ciclabile a quanto pare congelato a causa dell’aumento dei costi. Spero che nel 2023 si possa di nuovo accelerare il progetto, fondamentale pur tutta la regione del luganese.

Per tener presente il contesto inflazionistico  del momento ci saremmo aspettati un intervento per la riduzione degli abbonamenti arcobaleno. Per permettere la svolta verso il mezzo pubblico ad un numero maggiore di residenti il prezzo degli abbonamenti deve essere ulteriormente diminuito.

Nel campo della pianificazione territoriale, anche a seguito della decisione dell`ARE che ha approvato solo in modo condizionato la revisione delle schede R1, R6 e R10, il lavoro da fare è parecchio e piuttosto grandi sono le incertezze nelle realtà comunali, anche per una certa titubanza della sezione dello sviluppo territoriale. Secondo noi sarebbe quindi necessario uno sforzo ancora superiore a quello attuale anche per dare una rapida e competente mano ai comuni che dovranno fare in tempi rapidi una revisione globale dei loro piani regolatori. Il territorio che abbiamo è uno solo e non possiamo permetterci di sacrificarlo sull’altare della speculazione edilizia. Anche qui per proteggere il nostro territorio, per preservare gli ultimi spazi verdi di fondovalle, si tratta di un investimento nel futuro e quindi bisognava secondo noi avere il coraggio di dare maggiori risorse alla sezione dello sviluppo territoriale.

Anche nello studio e nel monitoraggio del lupo si poteva attendersi l’investimento di maggiori risorse per poter avere sempre un quadro ben aggiornato e completo sulla sua popolazione. Lo studio del comportamento delle popolazioni di lupi è fondamentale per organizzare la convivenza. In questo senso sosterrò l’emendamento 13.

In conclusione il Dipartimento del Territorio pur avendo identificato le sfide centrali da affrontare è ancora troppo lento nell’implementazione del cambiamento e della transizione ecologica. Notiamo però con piacere perlomeno nel campo climatico ed energetico un primo timido cambio di velocità. Sperando che questo cambiamento possa essere sostenuto sul lungo periodo e possa quindi essere la base su cui costruire ulteriormente porto la nostra adesione critica, ma d’incoraggiamento a questo preventivo del DT.

Ovviamente vigileremo attentamente nel prossimo anno per verificare che la velocizzazione dei progetti possa essere confermata dai fatti anche dopo il cambio di legislatura. Grazie per l’attenzione.