Gli anni della scuola media, non sono un periodo facile. I ragazzi e le ragazze che si trovano in questo percorso di vita sono costretti a prendere importanti e determinanti decisioni.

Non solo ragazzi e ragazze sono internamente chiamati a scegliere e a definire chi sono e cosa vogliono essere nell’immediato presente, ma anche e soprattutto vengono messi di fronte alla pressante condizione di lasciare determinare a un sistema scolastico più selettivo che formativo cosa saranno e che posto occuperanno nella società di domani. Una valutazione, la seconda, che non è pensata per valorizzare qualità e tipicità dei singoli.

L’obbligo di dover suddividere, dal terzo anno di scuola media, allievi e allieve in categorie A e B, di fatto, non solo avviene con prepotenza in una delicata fase di crescita personale, ma è così selettiva, puramente orientata al mercato e completamente discriminatoria per quelle famiglie che non possono permettersi delle lezioni di recupero, da definire il futuro di ragazze e ragazzi sulla sola base dei loro risultati scolastici in matematica e tedesco.

E se sul perché i livelli vadano, non solo superati, ma addirittura eliminati siamo tutti, o quasi, d’accordo. Sul come e sul quando restano dei punti interrogativi.

Sciolgo quindi la mia riserva in favore del rapporto di maggioranza, una riserva dovuta essenzialmente al mio recente subingresso in commissione.

Porto quindi anche l’appoggio del gruppo dei Verdi al compromesso trovato per dare avvio a una vera sperimentazione eretta sui quattro modelli proposti, fiduciosi nel fatto che le 6 sedi e i docenti che si metteranno a disposizione per implementarla, sapranno far nascere, perché no attraverso la codocenza, una soluzione capace di valorizzare le capacità e il futuro di allieve e allievi.

In questo senso ripassare la palla al Consiglio di Stato affinché rielabori una nuova e unica proposta non ci trova concordi, poiché significa, se vogliamo dirla tutta, ritrovarci qui di nuovo a discutere da capo fino alle calende greche sul mancato consenso unanime di Direttori, Docenti, Esperti di materia, etc., perché la verità è che la soluzione perfetta, che non scontenta nessuno non c’è, e forse mai ci sarà.

Continuare a tergiversare sul come e sul quando però non è più una scelta responsabile, verso quei docenti, quelle famiglie e quegli allievi che s’attendono da parte nostra una decisione.

Come gruppo crediamo che sia il momento di investire nella realizzazione di un nuovo modello che non separi più gli allievi in A e B, ma che racchiuda tutti sotto un’unica grande e forte scuola dell’obbligo, che sappia puntare sulle peculiarità personali di allieve e allieve, cogliendone pregi e difetti, per accompagnarli al meglio verso il mondo professionale o scolastico che vorranno scegliere liberamente.

Come verdi diamo fiducia alla scuola, votando il rapporto di maggioranza.